Caso Amara

Piercamillo Davigo, il pm Storari tira in ballo la compagna Alessandra Dolci: cos'è successo in casa sua

Spunta il nome della compagna di Piercamillo Davigo durante l'interrogatorio del pm di Milano Paolo Storari, sentito a Brescia nel processo a carico dell'ex magistrato di Mani pulite accusato di rivelazione di segreto d'ufficio, Alessandra Dolci che è procuratore aggiunto a Milano e capo del pool antimafia, è anche una fedelissima del procuratore Greco che Storari accusa. "Tutto quello che è successo e sta succedendo mi è sembrato lunare e mi sembra lunare", ha detto Storari in qualità di teste indagato in procedimento connesso. Al centro della vicenda ci sono i verbali, secretati, nei quali l'avvocato Piero Amara, ex legale esterno di Eni, aveva riferito della Loggia Ungheria al pm Storari e all'aggiunto Laura Pedio, che con lui stava indagando sul falso complotto Eni. 

 

 

Verbali che, vista l'inerzia della Procura di Milano nell'avviare le indagini, nel febbraio 2020 Storari aveva consegnato a Davigo in modo tale da interessare il Csm del problema. "La mia preoccupazione è duplice: o queste dichiarazioni sono vere o peggio sono false. Sono già passati sei mesi e non si è fatto ancora nulla. Bisogna avvertire il Csm. Anche io rischiavo di rimanere coinvolto in questa inerzia", ha chiarito in aula Storari. "A quel punto l'unica persona che mi viene in mente è Piercamillo Davigo. Io non sono amico di Davigo, non andavo con lui a pranzo, sono invece amico della dottoressa Alessandra Dolci, a capo della Dda, che è la sua compagna", ha spiegato. "

"A quel punto lo chiamo e gli chiedo di parlargli. Lui mi dice 'io sono componente del Csm, siamo davanti a fatti estremamente gravi, a me il segreto non è opponibile'. Io metto i verbali Word sulla chiavetta e li porto a casa sua. Io avevo i verbali Word per lavorarci. I Pdf li aveva la dottoressa Pedio. Gli do i verbali in Word non per sotterfugio, ma perché quelli avevo", ha proseguito Storari. "Lui dice 'fammi leggere e ci rivediamo'. Due giorni dopo torno a casa sua e lui mi dice: 'I fatti che riferisce questo qui sono gravissimi. Ci penso io ad avvertire il consiglio del Csm. Tu devi tutelarti e cominciare a scrivere, non lasciare più nulla a livello verbale, ma scrivi'. E questo francamente mi terrorizza", ha sottolineato il magistrato. 

 

 

Che si trattasse di una modalità irrituale, per la quale Storari ha dovuto anche affrontare il Csm oltre al processo a Brescia, "non mi ha nemmeno sfiorato". "Davigo era una persona specchiatissima, ex presidente di sezione della Corte di Cassazione, ex presidente Anm, allora membro del Csm e presidente della commissione che si occupava dei regolamenti del Consiglio superiore della magistratura. Io non sono andato dalla Procura generale, è vero. Io ho saltato un passaggio, sono andato all'organo superiore. Non sono andato da Davigo con la finalità divulgativa, ma per informare il Csm".