I giudici vogliono più soldi: "Sfondare il tetto dei 240mila euro"

martedì 8 luglio 2025
I giudici vogliono più soldi: "Sfondare il tetto dei 240mila euro"
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Qualche spicciolo in più in tasca a quanto pare alle toghe farebbe comodo. Sì, non è una barzelletta. Secondo quanto racconta ilGiornale, i giudici amministrativi del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa (Cpga) chiedono alla Corte Costituzionale di abolire il tetto stipendiale di 240mila euro annui, fissato nel 2014 dalla legge sull’“amministrazione sobria” del governo Renzi. Questi magistrati, tra i più pagati d’Italia, vogliono aggiungere 47mila euro di indennità di funzione, attualmente bloccata dal tetto.

La questione, che coinvolge anche i membri togati del Consiglio superiore della magistratura (Csm), sarà esaminata il 9 luglio 2025, ma le possibilità di accoglimento sembrano scarse.Il ricorso, avviato da Carmine Volpe, ex vicepresidente del Consiglio di Stato, sostiene che il tetto violi l’indipendenza della giurisdizione.

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Volpe, che aveva percepito l’indennità salvo poi vedersela trattenuta, ha ottenuto il sostegno del Consiglio di Stato, che ha rimesso la questione alla Consulta. I giudici del Cpga e del Csm, già al massimo retributivo di 240mila euro, lamentano la perdita di gettoni di presenza che, prima della legge, portavano gli stipendi a 300mila euro annui. Inoltre, godono di un rimborso spese forfettario di 4mila euro mensili senza obbligo di giustificativi.La protesta di questi magistrati, che percepiscono salari ben superiori alla media, evidenzia la tensione tra il principio di sobrietà amministrativa e le loro rivendicazioni economiche, giustificate come necessarie per preservare l’autonomia giudiziaria. La decisione della Corte potrebbe avere implicazioni significative per la giustizia amministrativa e ordinaria.

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