"Il Tribunale di Palermo è incorso nel medesimo 'errore di prospettiva' riscontrato nel similare caso della motonave Diciotti". È quanto scrive la Procura di Palermo nel ricorso in Cassazione alla sentenza di assoluzione per Matteo Salvini nel caso Open Arms. "Le sezioni unite della Cassazione nell'ordinanza citata - scrivono i pm - i giudici hanno sottolineato che i giudici di merito si erano limitati al vaglio della normativa sugli eventi Sar, quando erano 'tuttavia i connessi profili legati alla violazione della libertà personale dei migranti a segnare più propriamente la prospettiva nella quale occorre valutare la fattispecie'". Da qui la decisione di presentare il "ricorso per saltum" che consente di evitare il giudizio di appello e di ottenere direttamente una pronuncia della Suprema Corte.
Un iter inusuale quello scelto dai giudici. Il "ricorso per saltum" permette sì di risparmiare tempo, evitando il passaggio del giudizio di secondo grado, e ridurre così i costi legati alla fase di appello. Ma presenta anche due svantaggi, ossia la sentenza della Cassazione è definitiva e non può essere ulteriormente impugnata. Poi saltare l’appello può precludere la possibilità di presentare nuovi argomenti o prove che potrebbero emergere durante il secondo grado di giudizio. Che sia dunque una scelta ben ponderata? Il sospetto è che la Procura voglia giocare in casa perché sull'immigrazione la Cassazione ha da sempre una linea politica anti-governo.
Di certo a festeggiare c'è la ong. "I fatti sono stati ampiamente riconosciuti e ricostruiti nel processo di primo grado. Attendiamo di ricevere la notifica e di leggere il ricorso, ma abbiamo piena fiducia nel lavoro della procura di Palermo". È il primo commento a caldo di Open Arms alla notizia.