Bagarre interna all'Associazione nazionale magistrati. Al centro il buco nelle casse del sindacato. Da una parte, infatti, le toghe rosse, dall'altra quelle brune. Sono state proprio queste ultime a chiedere conto della "spregiudicata gestione delle risorse economiche disponibili dell’Associazione", sotto la guida dell’allora presidente Giuseppe Santalucia. L'accusa ai colleghi di sinistra - riporta Il Tempo - è l’utilizzo di fiumi di denaro per fare politica antigovernativa attraverso eventi propagandistici onerosi, che hanno aperto la strada allo sciopero generale contro la riforma della giustizia del 27 febbraio scorso. L'ultima trovata? L'acquisto di coccarde tricolori per i dimostranti e la discesa in campo di uno dei testimonial d'eccezione delle toghe di sinistra, Antonio Albanese,
Ma non solo. Come dimenticare l'evento congressuale di Palermo nel dicembre 2024. Un evento che - nella lettera firmata dai rappresentanti di Articolo 101 - viene indicato come l'iniziativa che avrebbe quasi del tutto azzerato le risorse economiche dell’Associazione. Già nel maggio precedente l'Anm aveva dovuto sborsare decine di migliaia di euro per il Congresso nel capoluogo siciliano che ha visto, tra gli ospiti, la segretaria dem Elly Schlein e il capo dei 5 Stelle Giuseppe Conte. A esibirsi poi sul palco la comica Teresa Mannino.
"Pensate che abbiamo pagato oltre 50mila euro per il cachet del bravissimo Antonio Albanese e per l’affitto del teatro Capitol. Ma a ripensarci bene doveva essere lui a pagare l’Anm per la grande ispirazione che ha ricevuto il suo spassosissimo personaggio Cetto la qualunque - tuonava Andrea Reale di Articolo101, uno dei firmatari del documento -. L’Anm maestra di Cetto: chissà che non possa diventare il titolo del prossimo congresso nazionale! Ed il sottotitolo? Tu mi voti? Ed io ti sistemo a tia e a tutta a famigghia. E se non mi voti?.... Evviva l’Associazione Nazionale Milionari!".
E come lui anche il giudice Felice Lima, con una mail del 26 luglio scorso dall’oggetto "camerati", riporta la reazione della collega di Magistratura Democratica Rachele Monfredi alla critica sullo sperpero di denaro, racchiuso nella frase: "A Palermo se so magnati tutto".