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OPINIONE

Ponte sullo Stretto, ora la Corte dei Conti pubblichi gli atti

di Mario Sechisabato 1 novembre 2025
Ponte sullo Stretto, ora la Corte dei Conti pubblichi gli atti

2' di lettura

Un’opera da 14 miliardi di euro bloccata dalla Corte dei Conti, migliaia di posti di lavoro che rischiano di sfumare, lo stop a un corridoio di trasporto europeo, un’infrastruttura che unisce il Paese e completa la rivoluzione sociale ed economica dell’alta velocità ferroviaria, il programma di governo e l’interesse nazionale di fronte a un’istituzione che ha precisi limiti nel raggio della sua azione. Le decisioni della magistratura sono fondamentali, ma non sono un libro sacro e gli atti che hanno condotto la Corte a non dare il visto di legittimità al Ponte devono essere accessibili. Comprese le audizioni dei funzionari dello Stato e dei tecnici che hanno risposto alle domande dei magistrati.

Come è maturato il verdetto della Corte? Su cosa si sono concentrati i giudici contabili? Sono interrogativi che un giornalista deve porsi, per sapere, per capire. C’è un dettaglio che ha innescato la mia curiosità di cronista: l’ufficio stampa della Corte il 30 ottobre, dopo aver comunicato il no al visto di legittimità, ha sentito l’urgenza di precisare che la Corte si è espressa, «su profili strettamente giuridici della delibera Cipess, relativa al Piano economico finanziario afferente alla realizzazione del “Ponte sullo stretto”, senza alcun tipo di valutazione sull’opportunità e sul merito dell’opera». Quanta fretta, vostro onore. Perché sottolineare il punto con tanta rapidità? C’è stato forse uno sconfinamento durante il processo di formazione della decisione? Come sono state condotte le audizioni? La nostra ricerca di elementi nuovi su quel che è accaduto è partita da qui.

E quello a cui siamo giunti (per ora) è tutto nel racconto di Fausto Carioti e, con il massimo rispetto per la Corte, mi pare tale da meritare l’attenzione delle istituzioni. Non stiamo cercando un colpevole, non emettiamo verdetti, facciamo cronaca ed esercitando il nostro dovere di informare pensiamo che il cittadino che paga le tasse abbia il diritto di sapere cosa è successo nell’adunanza della Corte dei Conti del 29 ottobre scorso. Esiste una registrazione audio-video dei lavori, sia resa pubblica. È il modo più rapido, trasparente, democratico, per chiarire se quello della Corte dei Conti è stato un giudizio o un pregiudizio.