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Fuoco amico su Ingroia:"Una piaga i magistratiche entrano in politica"

All'apertura dell'anno giudiziario il presidente della Corte D'Appello di Roma e quello di Genova picchiano duri sui colleghi candidati
di Ignazio Stagno domenica 27 gennaio 2013

2' di lettura

All'apertura dell'anno giudiziario scoppia la grana magistrati in politica. Nelle consuete relazioni dei presidenti delle Corti d'Appello si fà un diretto riferimento alla discesa in politica di ex pm e magistrati. Viene chiamtao in causa Antonio Ingroia. Il presidente della Corte d'Appello di Roma, Giorgio Santacroce ha polemicamente parlato delle toghe che si candidano per una poltrona in parlamento:“Non trovo nulla da eccepire sui magistrati che abbandonano la toga per candidarsi alle elezioni politiche”. Ma ha subito aggiunto: “Non mi piacciono i magistrati che non si accontentano di far bene il loro lavoro, ma si propongono di redimere il mondo. Quei magistrati, pochissimi per fortuna, che sono convinti che la spada della giustizia sia sempre senza fodero, pronta a colpire o a raddrizzare le schiene. Parlano molto di sè e del loro operato anche fuori dalle aule giudiziarie, esponendosi mediaticamente, senza rendersi conto che per dimostrare quell’ imparzialità che è la sola nostra divisa, non bastano frasi ad effetto, intrise di una retorica all’acqua di rose”. Magistrati scorretti -  Ancora più duro è stato l'intervento del presidente della Corte d’Appello di Genova, Mario Torti: "Non è valutato positivamente il comportamento di quei magistrati che, dopo aver acquisito notorietà in campo professionale, magari con esposizioni mediatiche non proprio misurate, lasciano temporaneamente la toga per questo o quel partito politico. Vanno evitate condotte che creino indebita confusione di ruoli e fomentino l’ormai intollerabile e sterile scontro tra politica e magistratura. Ciò accade -ha sottolineato Torti- quando il magistrato si propone per incarichi politici nella sede in cui svolge la sua attività o quando esercita il diritto di critica pubblica senza tenere in pieno conto che la sua posizione accentua i doveri di correttezza espositiva, compostezza e sobrietà"

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