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Torino, l'invasione islamica in Italia: che fine fanno fare all'oratorio cattolico

Gino Coala
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Aveva cresciuto e formato intere generazioni di giovani ma ad oggi è occupato dal Centro culturale islamico. Si tratta dell' ex istituto Giusto Morgando, situato in via San Giovanni Bosco, nel pieno centro di Cuorgné (Torino). L' oratorio salesiano dalla storia plurisecolare ha, infatti, aperto le braccia ai «fratelli» musulmani: il fabbricato di viale Italo Rossi, in cui risiede l' Associazione del dialogo interculturale islamica canavesana, è oggetto di ristrutturazioni. Disperati per l' impossibilità di pregare durante i tradizionali incontri del venerdì, i seguaci di Maometto si sono rivolti agli uffici della municipalità: «Al momento la richiesta inoltrata dall' Associazione interculturale islamica riguarda due venerdì, il 2 ed il 9 novembre, per un' ora ciascuno, dalle 12 alle 13», spiega la pubblica amministrazione. Leggi anche: Asia Bibi, il drammatico appello del marito: "Aiutateci, dobbiamo assolutamente lasciare il Pakistan" La domanda fa leva sul regolamento che disciplina l' affitto dei locali di proprietà comunale, previo il pagamento del canone previsto. «L' Istituto è del Comune, tranne la parte di proprietà della Chiesa, affidata alla Compagnia di San Cristo - spiega il sindaco Giuseppe Pezzetto -. All' interno della struttura c' è una sala che affittiamo a pagamento alle varie associazioni. Per le onlus e per le aggregazioni regionali ci sono delle agevolazioni». Il primo cittadino di Cuorgné precisa anche che «non esiste un tempo massimo entro il quale chi richiede l' ospitalità debba lasciare lo spazio, da tenere comunque libero per altre iniziative». Ben poco il tempo di attesa, l' Associazione ha ottenuto immediatamente il benestare del Comune: «Abbiamo accettato di cedere l' aula dell' ex Istituto Morgando al Centro islamico. Il 2 novembre si è svolta regolarmente la loro attività di preghiera, stessa cosa avverrà nella data del 9. Ieri, invece, è arrivata un' altra richiesta che prevede la possibilità di altri tre venerdì. Per questa domanda, però, stiamo ancora verificando». Infatti, tiene a ribadire l' Associazione «l' accordo viene stipulato ogni due settimane, per permettere ad altri progetti - non per forza relativi alla religione - di accedere al medesimo spazio». Eppure cinque anni fa la collettività musulmana del Canavese, che conta almeno un migliaio di adepti, aveva scatenato critiche di ogni tipo da parte dei cittadini, dopo l' apertura di una loro sede sul territorio. Una sorta di centro d' incontro dove organizzare anche corsi di italiano e arabo, all' interno di una vecchia officina meccanica, costruita al fondo di via Ivrea, a pochi passi dallo storico ponte sul torrente Orco. La notizia non era andata giù agli abitanti del posto che avevano sfogato sui social la propria rabbia. Tra i commenti più leggeri risuonava «Mi auguro che la moschea cada in testa ai fedeli». Così, anche in quell' occasione, il sindaco aveva dovuto placare gli animi: «Sono sconcertato. Il Comune in questa vicenda non c' entra nulla e ai nostri uffici non è arrivata alcuna richiesta per l' apertura di una moschea. La comunità islamica, è vero, sta cercando da anni una sede, ma non si tratta di un luogo di culto. Se c' è qualcosa è una trattativa tra privati. Ho parlato a lungo con Mustapha Hajraoui, presidente della Federazione regionale islamica del Piemonte, e su un punto siamo d' accordo: dobbiamo far conoscere le nostre culture». Che Cuorgnè fosse la città dell' ex provincia di Torino con la percentuale più alta di popolazione straniera (il 10,8) è cosa nota, ma che i musulmani abbiano scelto per la sacra preghiera un luogo non consono alla loro religione, è parecchio sbalorditivo. Se si pensa che la comunità originaria del Marocco è, numericamente parlando, la terza più rappresentativa, arrivando a contare 212 membri, non si può affatto escludere la possibilità di veder sorgere, in futuro a fianco di una Chiesa, una moschea. L' ennesima che si andrebbe ad aggiungere alle già 700 presenti nel Belpaese. di Caterina Spinelli

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