Nero su bianco

Vaticano, l'ultimo libro di Joseph Ratzinger: "Il nostro mondo è minacciato", la paura del Papa emerito

Davide Locano

Dialogo e unità per "aiutare il nostro mondo minacciato". Una lotta comune "per la verità" e per la libertà religiosa. Per ebrei e cristiani questi sono l' impegno e il dovere. Lo sottolinea monsignor Georg Ganswein, prefetto della Casa Pontificia e segretario personale del papa emerito Benedetto XVI, intervenendo alla presentazione del volume Ebrei e cristiani. Benedetto XVI in dialogo con il rabbino Arie Folger, curato da Elio Guerriero ed edito dalla San Paolo editore. Un libro definito importante proprio per il rafforzamento del dialogo interreligioso, per ridargli slancio. Anzi, proprio grazie al Papa emerito e alle solite polemiche che accompagnano l' uscita di suoi scritti, il dialogo ha ricevuto un impulso insperato. Come hanno ricordato praticamente tutti coloro che sono intervenuti all'incontro, a cominciare dallo stesso rabbino Folger, l' articolo scritto l' anno scorso da Ratzinger per un approfondimento teologico del dialogo tra ebrei e cristiani, dal titolo «Grazia e chiamata senza pentimento», aveva suscitato polemiche tra teologici cattolici in Germania. Leggi anche: Vittorio Sgarbi, la "soluzione" per l'elemosiniere del Papa Invece era stato strenuamente difeso proprio dal rabbino, che aveva così iniziato una corrispondenza con Ratzinger stesso. Il libro nasce proprio da quell' articolo, da quella corrispondenza e dal grande rispetto e simpatia nati grazie a questa circostanza. E producendo un confronto leale e franco. Un paradosso, se vogliamo: attaccato dai teologi tedeschi, difeso da un rabbino. Ancora monsignor Ganswein ha ricordato come «il dialogo con l' ebraismo sia centrale nel pensiero teologico di Ratzinger e del suo pontificato» e questo carteggio ne rappresenta un ulteriore passo fondamentale, caratterizzato dal suo costante coraggio nell' affrontare «con decisione questioni difficili senza mirare al plauso». di Caterina Maniaci