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Stretto di Sicilia, motovedetta tunisina tenta sequestro di peschereccio italiano

di Mariano Paolozzi domenica 27 agosto 2017

2' di lettura

Pirati? Peggio. È l'ennesimo tentativo di sequestro di un peschereccio italiano, con colpi d'arma da fuoco e un abbordaggio durato più di un'ora. Come si apprende da Il Tempo, una motovedetta tunisina ha preso di mira l'Aliseo, un natante di Mazara del Vallo, nella notte di sabato scorso. Torna la paura nello Stretto di Sicilia: "Il nostro peschereccio con a bordo 11 uomini di nazionalità mista, era in acque internazionali quando è stato preso d'assalto dalla motovedetta tunisina dalla quale sono stati sparati colpi di arma da fuoco. Per fortuna non ci sono stati feriti" ha riferito l'armatore Manuel Giacalone, proprietario dell'imbarcazione. Fortunatamente, in questo caso, c'è stato solo un grande spavento, grazie anche all'intervento della Marina militare italiana. Ma è una sorta di guerra che va avanti da mezzo secolo e che sembra non finire mai, come in un incubo. La motovedetta tunisina era in acque internazionali, poco lontano dal confine con la Libia, a 30-35 chilometri da Zarzis. Le imbarcazioni sono ormai dotati di sistemi di controllo satellitari, che monitorano la posizione e la rotta dei pescherecci: questo ha consentito al comandante dell'Aliseo, una volta avvistato il pericolo, di lanciare l'allarme e consentire in poco tempo a un elicottero della Marina militare italiana di intervenire sul posto e sventare il sequestro. Impegnata nella Campagna d'istruzione dell'Accademia Navale di Livorno e in collaborazione con il dispositivo Mare Sicuro, la Marina ha fatto partire l'elicottero dalla Nave Luigi Durand de la Penna, comunicando tutto alle diplomazie italiane a Tunisi e ai militari tunisini. Il successo delle operazioni di soccorso confermano "l’efficacia del dispositivo navale nel Mediterraneo centrale quale strumento per la tutela degli interessi e delle attività produttive nazionali in piena collaborazione con le autorità dei Paesi rivieraschi" spiegano dalla Marina militare italiana. Così come l'efficacia dell'operazione Mare Sicuro. Nato due anni fa dopo l'aggravarsi della crisi in Libia, consente l'intervento di mezzi per la ricerca e il soccorso. Ma il problema nel Mediterraneo persiste. Da Mazara le famiglie dei pescatori sono preoccupate per una situazione drammatica che si complica ogni giorno di più. Con loro il sindaco Nicola Castaldi: "Non se ne può più di sequestri o tentativi di sequestri a danno dei nostri pescatori che sono chiamati a stare sempre più attenti e vigili in un mare sempre più martoriato. Diventa urgente una strategia per assicurare lavoro e benessere alle comunità nel corso dei prossimi decenni. La situazione è troppo grave per rimandare ancora inermi". 

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