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Il Papa e lo scisma, mai accaduto prima. Il cardinale Burke: "No allo Ius soli, cosa succederà all'Italia"

di Giulio Bucchi domenica 3 dicembre 2017

2' di lettura

Il cardinale americano Raymond Leo Burke guida la rivolta contro Papa Francesco su ius soli, immigrati e accoglienza. Mai, in epoca moderna, i vertici della Chiesa si sono schierati tanto numerosi in aperta critica con la dottrina e la linea socio-politica del Pontefice. Burke è uno dei firmatari dei dubia sull'esortazione Amoris Laetitia del Papa. Sotto accusa il terzomondismo e le troppe aperture al laicismo promosse da Bergoglio. Il Cardinale Gerhard Mueller è arrivato addirittura a minacciare uno scisma nella Chiesa cattolica. "Il pericolo c'è sempre quando aumenta la confusione ed è evitabile proprio attraverso la presentazione della fede in modo chiaro - spiega monsignor Burke al Giornale -. A un anno di distanza, dato che il Papa non ha ancora risposto, credo si possa interpretare il silenzio, e anche il non riscontro del ricevimento delle nostre comunicazioni, come un segno che il Papa in qualche modo non riconosce questi interventi come meritevoli e legittimi". "Io non vorrei mai far parte di uno scisma - mette le mani avanti il cardinale -. Alcuni dicono: C'è già uno scisma non dichiarato. Ecco, io devo stare attento a non contribuire a una tale situazione". Il punto, però, è invertire la rotta di questo pontificato. "Io sono un cardinale del Papa, un membro del Senato del Papa e un consigliere del Papa: per me la confusione è preoccupante. Mi pare quasi che la Chiesa stia diventando un insieme di Chiese nazionali. Paesi confinanti hanno posizioni opposte persino sui sacramenti. Non è possibile che una persona sia in uno stato pubblico di peccato grave, ma abbia comunque accesso ai sacramenti: è un fatto gravissimo". Anche in Italia la situazione è grave. Ad esempio, sullo ius soli: "Per me è sbagliato che la Chiesa eserciti il ruolo di un partito in appoggio a una legge specifica in una questione che deve essere tenuta dentro il confine di un giudizio prudenziale. Diversamente, invece, deve accadere per le leggi relative alle questioni fondamentali della vita umana, come il matrimonio e la famiglia. In questo caso la Chiesa deve esporre i suoi principi morali, che escludono la violazione dell'inviolabilità della vita umana e dell'integrità del matrimonio. Sullo ius soli credo si debba essere prudenti a causa delle ripercussioni del provvedimento sull'identità di questo Paese".

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