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Mazzette e assunzioni all' Anas Arrestato l' ex uomo di Prodi

di Giovanni Ruggiero domenica 25 ottobre 2015

3' di lettura

La «dama nera» e l' ex sottosegretario del governo Prodi uniti nel sistema di tangenti per la realizzazione delle strade italiane. È il nuovo scandalo portato alla luce dalla Guardia di Finanza di Roma, che ha scoperto un intreccio corruttivo tra dirigenti dell' Anas (la più grande stazione appaltante pubblica), imprenditori e politici. Sono dieci le misure di custodia cautelare eseguite e 31 gli indagati. Ai domiciliari è finito Luigi Giuseppe Meduri, 73 anni, della corrente bindiana del Pd, già presidente della Regione Calabria e sottosegretario al ministero delle Infrastrutture quando il premier era Romano Prodi e il ministro Antonio Di Pietro. Meduri, dopo l' arresto, è stato sospeso dalla Commissione di garanzia del Pd e, sulla vicenda, è intervenuto duramente il premier Matteo Renzi: «Pieno rispetto per gli indagati ma da parte nostra c' è la volontà di fare pulito: chi, in un' azienda pubblica, viene trovato a rubare non solo deve pagare ma deve essere cacciato senza ogni forma di perdono», ha dichiarato. Tanto più che per gli inquirenti Meduri non ha avuto un ruolo secondario, ma è considerato «l' oscuro faccendiere» e referente politico della dama nera, la dirigente Anas Antonella Accroglianò, 54 anni, finita in cella perché ritenuta il capo dell' organizzazione, la regista della corruzione che decideva «le strategie criminali del gruppo», scrive il gip, le tangenti che gli imprenditori dovevano versare e addirittura le versione da fornire in caso di indagini. Meduri si sarebbe adoperato per mettere a disposizione il suo pacchetto di voti a favore del fratello della donna, candidato alla Regione Calabria nelle liste dell' Udc. Dopo il fallimento elettorale, il democratico avrebbe cercato, dietro richiesta della Accroglianò, di sistemare il fratello di quest' ultima in ambito regionale. In cambio l' ex sottosegretario avrebbe chiesto l' assunzione e la riconferma in Anas di due geometri a lui vicini. Avrebbe poi fatto da intermediario tra la dirigente e i due imprenditori catanesi Concetto Bosco Lo Giudice e Francesco Costanzo, che, dietro mazzette, volevano cedere illecitamente l' appalto da 145 milioni per la realizzazione della variante di Morbegno, in Lombardia. Meduri avrebbe infine fornito agli imprenditori il supporto nei rapporti con un non meglio identificato ministro. Le manette sono scattate anche per i dirigenti dell' Anas Oreste De Grossi e Sergio Serafino Lagrotteria e per i funzionari Giovanni Parlato e Antonino Ferrante. L' inchiesta, durata circa un anno, si è avvalsa di pedinamenti e intercettazioni. La svolta è arrivata il 12 maggio scorso quando Parlato, definito «una vera e propria pedina in mano alla Accroglianò» viene fermato in strada dopo aver preso una tangente da 25mila euro. Quei soldi erano la mazzetta di due imprenditori calabresi che dovevano sbloccare rapidamente l' esproprio del loro terreno. Da allora il giro corruttivo è continuato, solo che anziché parlare di soldi e incontri, la Accroglianò adotta pizzini e un linguaggio criptato che usa termini come «medicine, ciliegie, libri e antinfiammatori» per indicare le mazzette. Che ammontano ad almeno 200mila euro. Settantamila dei quali sono stati trovati a casa della madre della Accroglianò, dove la dama nera, temendo una perquisizione, li aveva nascosti sperando di evitare il sequestro. Rita Cavallaro

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