Pora Venezia. Ci mancava solo la Salis a eccitare i picchiatelli che in assenza di qualsivoglia occupazione – Bonelli e Fratoianni non li hanno ancora candidati – stanno protestando da giorni contro il matrimonio di Jeff Bezos, il padrone di Amazon. Povera Venezia. Ieri le nozze del miliardario con la giornalista Lauren Sánchez, accompagnati dal codazzo di altri straricchi. Poco distante la chiassata.
I manifestanti reclamano «la giustizia sociale»: i festeggiati e i vari vip, peste li colga, hanno troppi soldi! I picchiatelli strillano che questi signori coi loro jet inquinano, e oggi è in programma l’atto conclusivo – ma al peggio non c’è mai fine – della livorosa carnevalata fuori stagione.
UMANITÀ VARIEGATA
Il caravanserraglio formato da pro-Pal, centri sociali, sinistre associazioni varie, epigoni di Greta Thunberg e financo i partigiani dell’Anpi (anche se con la canicola è consigliata la camicia bianca) si troveranno alle 17 davanti alla stazione ferroviaria e da lì bighelloneranno ancora per la città.
Dicevamo di Ilaria Santa patrona delle abitazioni altrui. «Domani», dunque oggi, ha scritto sui social, «a Venezia si terrà un importante corteo contro l’arroganza di Bezos e del suo mondo. Oscenamente ricco» - l’analisi entra nel vivo – «è detentore di una fortuna che una persona comune fatica persino a immaginare. Uno dei più potenti oligarchi all’immonda corte di Trump». Ma ci sarà pure la Salis oggi in laguna? Chissà, anche se il famigliare mare della Sardegna è sempre più blu. Intanto l’eurodeputata di Avs s’è messa in scia al 40enne nipote di Cacciari, il filosofo ex sindaco di Venezia il quale ha risposto che di quello che fa il parente animatore del laboratorio occupato “Morion” non gliene frega nulla. Il nipote ha dichiarato che Bezos ha preso paura innanzi alle rimostranze. E come no!
Torniamo alla Salis. «Credeva di poter mettere le mani su uno spazio pubblico», ha tuonato, non contro il Cacciari più giovane ma contro il miliardario americano, «credeva di potersi comprare tutto e tutti dando per scontato che in cambio di qualche briciola chiunque fosse pronto a servirlo. Per fortuna», attenzione, «gli abitanti opponendosi anche agli interessi di chi vive di rendita sul turismo di lusso, e così facendo si uccide la città, si sono mobilitati per dire “no”. Grazie alla mobilitazione Bezos è stato respinto dal centro storico e simbolicamente ricacciato ai margini». Di più Ilaria: in estrema periferia, sull’isola di San Giorgio Maggiore dove campeggia la basilica progettata dal Palladio, di fianco all’isola della Giudecca, a dieci minuti di vaporetto da piazza San Marco, che peraltro fa da orizzonte a San Giorgio, sì, in pratica alla fine del mondo.
E però il premio di giornata l’ha vinto tale Giovanni Martini, consigliere comunale d’opposizione, il quale se l’è presa col sindaco Luigi Brugnaro, civico di centrodestra: «Ha messo la città al servizio di Bezos e non è stato nemmeno invitato al matrimonio. Questo è un grave problema di immagine per lui». Ma che diavolo vuol dire! Doveva pure andare all’addio al celibato con DiCaprio, in trasmissione da Oprah Winfrey, cantare con Elton John e Lady Gaga vestito dalla stilista Diane von Fürstenberg? Intanto in città compaiono nuovi cartelli, questo il più rappresentativo della sceneggiata: «Nel tempo che impieghi a leggere questo messaggio la ricchezza di Bezos è aumentata del tuo stipendio mensile». E beato lui! Peraltro per diventare ricchi di solito bisogna lavorare, e pure molto.
La protesta, cavalcata anche dal Pd oltre che da Alleanza Verdi Sinistra – paladini i deputati Rachele Scarpa e Marco Grimaldi – lascia i veneziani tra l’indifferente e il contrariato. «Magari», commenta Elio Dazzo, presidente dell’Associazione Pubblici Esercizi di Venezia, «se invece di protestare avessero fatto qualche proposta non sarebbe stato male.
Invece di fare le manifestazioni» – ed è il pensiero di molti negozianti – «si poteva chiedere ai tanti vip e imprenditori che sono qui in questi giorni di trasferire da noi qualche ufficio, centro di ricerca, qualche famiglia, in modo da creare un volano di servizi. Ma Venezia», conclude Dazzo, «ha gli anticorpi per sopravvivere a chi protesta contro tutto e tutti».
FANTASIA SCARSA
E invece la scorsa notte il comitato “No Space for Bezos” ha proiettato con dei laser sul campanile di San Marco enormi scritte, su tutte “Fck Bezos”, ossia “Fanculo”. Altri perdigiorno hanno gettato trai canali un manichino con le sembianze del miliardario attaccato a una zattera fatta con scatoloni di Amazon. A Venezia rimpiangono le proteste contro il concerto dei Pink Floyd: quelli sì che erano tempi! Oi ndemo veder i Pin Floi/ Oi ndemo veder i Pin Floi....Vip, inbarca' coi fioi/ invita’ al concerto dei Pin Floi... Navigavo, guaivo, dentro un dirigibie che coreva a un'ora e mesa de ritardo/ suplemento lire otomila parché detto “Rapido" ’sto bastardo...