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Pd travolto dall'inchiesta Mafia capitale, Renzi: "Orfini commissario del Pd a Roma"

di Giulio Bucchi domenica 7 dicembre 2014

2' di lettura

"Cosentino ha fatto un passo indietro, Orfini sarà il commissario del Pd romano". Ad annunciare il cambio della guardia dopo la slavina dello scandalo giudiziario Mafia capitale è un imbarazzato Matteo Renzi, ospite di Bersaglio Mobile su La7. Il premier e segretario democratico ha spiegato che il partito a livello locale deve fare "una riflessione profonda" dopo quello che è emerso dall'inchiesta sugli intrecci tra politica, imprenditori ed ex terroristi rossi e neri a Roma. Per questo a capo del partito democratico romano arriverà l'attuale presidente del Pd nazionale Matteo Orfini. "Sono sconvolto, serve una riflessione" - "C'è amarezza e rabbia. Per tutti vale il principio di presunzione di innocenza, ma questa vicenda mi colpisce molto. Sono sconvolto, perché vedere una persona seria come il procuratore di Roma parlare di mafia mi colpisce molto. Naturalmente vale per tutti il principio della presunzione di innocenza e vale in questa vicenda", ha spiegato Renzi parlando dell'inchiesta Mondo di mezzo. "Vale per tutti il principio di presunzione di innocenza -insiste - e il governo ha scelto Cantone per l'anticorruzione. Certe vicende fanno rabbia, serve una riflessione profonda, certo l'epicentro è l'amministrazione di Alemanno ma alcuni nel Pd romano non possono tirare un sospiro di sollievo". Tutti gli uomini del Pd coinvolti - In realtà anche il Pd è chiamato pesantemente in causa dalla raffica di 37 arresti e cento indagati. Tra le persone coinvolte nella oscura trama di pressioni, favoreggiamenti e appalti, infatti, ci sono Daniele Ozzimo. assessore alla Casa della giunta Marino (si è dimesso), l'ex capo di gabinetto della giunta Veltroni Luca Odevaine, il responsabile del Decoro urbano sotto Veltroni Mario Schina, il presidente Pd del Consiglio comunale Mirco Coratti, il consigliere regionale del Pd Eugenio Patanè e il vicepresidente della Coop 29 giugno Carlo Maria Guarany. A conferma di quanto fosse bipartisan il sistema che ruotava intorno all'ex uomo vicino alla Banda della Magliana Massimo Carminati, criminale ed ex terrorista nero nei Nar, ci sono le intercettazioni dell'uomo delle coop Salvatore Buzzi, suo braccio destro imprenditoriale. Alla vigilia delle elezioni che avrebbero visto vincere Marino, rassicurava il "capo": "Ho 4 cavalli col Pd e 3 col Pdl". Come dire: i magnaccioni non sarebbero mai caduti a terra.

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