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Mafia Capitale, quella cena al ristorante tra Salvatore Buzzi e Mattia Stella, il capo-segreteria di Ignazio Marino

di Giulio Bucchi domenica 7 dicembre 2014

2' di lettura

Tutto in una cena, o quasi. Secondo gli inquirenti romani, il capitolo Mafia Capitale che coinvolge direttamente lo staff del sindaco Ignazio Marino ha il suo punto cruciale in una sera, quella del 22 gennaio, al tavolo del ristorante da Alvaro al Circo Massimo, uno dei luoghi più amati da politici e vip della Città eterna. Quella sera, a quel tavolo, si siedono Salvatore Buzzi, capo della coop rossa 29 giugno e braccio destro imprenditoriale del boss ex Nar Massimo Carminati, Carlo Maria Guanary, il presidente di Legacoop Lazio Stefano Venditti e Mattia Stella, il giovane capo-segreteria di Marino. Come sottolinea Repubblica, Carminati e Buzzi stanno cercando in quei mesi dei punti di contatto in Campidoglio per assicurarsi altri cinque anni di lucrosi appalti e affari. "Valorizzare Stella" - Caduta la giunta Alemanno, mancano riferimenti sia in Comune sia nelle municipalizzate e i vertici dell'associazione cercano di instaurare rapporti proprio con il trentenne Stella. Secondo quanto scrive il gip Flavia Costantini, "i rapporti con la nuova amministrazione comunale sono costituiti da una relazione con il capo della segreteria del sindaco, Mattia Stella, che si intrecciano con quelli con Coratti (presidente Pd, indagato e dimissionario, del consiglio comunale)". Non a caso, secondo gli inquirenti, in una intercettazione è lo stesso Buzzi a sottolineare la necessità di "valorizzare" Stella. Come? Attraverso un rapporto informale, di amicizia, con consueta offerta di favori e blandizie. In questo contesto rientra la cena da Alvaro, lo scorso gennaio, di cui hanno dato prova anche alcune foto scattate dagli agenti del Ros che stavano pedinando Buzzi e i suoi sodali. "Date tempo a Marino" - Di cosa si siano detti quella sera i convitati si sa ancora poco o nulla. Buzzi telefona alla moglie avvertendola che dovrà "accompagna' Stella a Palestrina", cioè a casa del capo-segreteria di Marino, un tragitto di circa due ore di auto. Una carineria, appunto. L'indomani Buzzi, sempre al telefono, spiega di aver "espresso a Stella delle critiche sull'operato del sindaco" e che lui "aveva risposto di dargli tempo, perché si era appena insediato". Oggi, Stella si dice disperato: "Io mi sono fidato, quella cena era stata organizzata dal presidente di Legacoop. Solo adesso mi rendo conto che non era opportuno andare. Pago la mia inesperienza. Per ingenuità sono piombato in un incubo".

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