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Dagospia e il party vip in Vaticano: chi erano gli ospiti vip di Vallejo e Chaouqui

di Giulio Bucchi domenica 8 novembre 2015

2' di lettura

Un party in terrazza all'ombra del Cupolone. Roberto D'Agostino, mister Dagospia, descrive con dovizia di particolari quanto accaduto sulla balconata del Palazzo della Prefettura degli Affari economici del Vaticano. Stuzzichini, aperitivi e eucarestia offerta a 150 invitati dal padrone di casa, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, quello finito agli arresti con l'accusa di essere il corvo di Vatileaks 2. Con lui c'era, al party e dietro le sbarre, anche la lobbysta Francesca Chaouqui, poi scarcerata. Chi c'era al party - La data è quella del 27 aprile 2014: festa da 20mila euro, cifra inquietante se vista alla luce del nuovo scandalo vaticano sulle spese pazze e gli sprechi ai danni del Pontefice, evidenziato dai due libri Via Crucis e Avarizia di Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi. "Nemmeno sapevo che esistesse, quella terrazza - si difende sul Corriere della Sera uno degli ospiti vip di quella sera, Bruno Vespa -. Ho ricevuto l'invito formale della Prefettura per gli Affari economici e sono andato con mia moglie, tutto qui. Non mi sono fermato per il buffet e comunque non era mica un funerale, da stare contriti, ma una festa religiosa. Non conoscevo affatto monsignor Vallejo. La Chaouqui invece sì, da lobbysta intrigante cercava sempre contatti, continuò anche dopo. Da allora però lasciai cadere la cosa. E mi parve un po' strano che avesse invitato Dagospia". C'erano anche il braccio destro renziano Marco Carrai, Roberto Arditti di Expo, il presidente dello Ior Ernst Von Freyberg, l'ex direttore del Gr Antonio Preziosi e Maria Latella, tutti immortalati dal Cafonal di Dagospia.  "Solo Vespa e i bicchieri di plastica" - "Ma quale party dei vip? - minimizza ora - Mica c'era Scamarcio, mica c'era la Bellucci, al massimo Vespa. Io no, perché sono arrivato in ritardo, calpestando orde di polacchi sdraiati, ma la gente è stata inchiodata là dalle 10 del mattino alle 18.30, per andare al bagno bisognava scalare i tetti. E che dovevamo restare pure a digiuno, a espiare peccati sotto il cielo plumbeo? Che poi altro che banchetto, c'erano quattro pizzette rinsecchite e il vino nei bicchieri di plastica, tutto molto rural, strapieno di imbucati. Io mica ci ero andato per lavoro, ma per un fatto mio religioso. Ho scattato le foto con l'iPhone, mentre i tanti giornalisti che c'erano chiacchieravano e basta. Comunque traboccava di gente anche la terrazza di fronte, eh. E poi boh, a me questo Vallejo non mi sembrava tutto 'sto corvo".

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