Pagare qualcosa che prima era gratuito non piace a nessuno. E così è scoppiata la rivolta degli utenti contro i gestori telefonici che da luglio hanno messo a pagamento il servizio "recall" per i cellulari. Il Garante per le Comunicazioni, l'AgCom, chiede trasparenza a Tim e Vodafone che, da questa estate, fanno pagare il servizio Tim “Lo-Sai” e “ChiamaOra” e i Vodafone “Chiamami” e “Recall”. I due servizi ci informano della telefonata di un amico, un collega, una moglie che abbiamo perso perché ad esempio impegnati in altra conversazione o perché abbiamo il cellulare spento. Questi servizi erano gratis fino al 21 luglio per Vodafone e fino all'10 agosto anche per le ricaricabili Tim. I costi - Fino ad allora, i due operatori si accontentavano del traffico telefonico che queste informazioni generavano e non chiedevano un centesimo. Ora bisogna sganciare. La Tim prende 1,98 euro ogni 4 mesi ai clienti con prepagata; e 96 centesimi a bolletta agli abbonati (che, però, saranno esentati fino al 31 ottobre). La disdetta si può fare gratis al 40920 della Tim seguendo le istruzioni della voce guida. Vodafone invece vuole 6 centesimi ogni 24 ore, ma solo nelle giornate di effettivo utilizzo del servizio. La somma è richiesta ai clienti ricaricabili privati (mentre sono esclusi gli abbonati privati). La società permette di disattivare il “Chiamami”. Ma bisognerà entrare nell’area 190-fai-da-te del sito vodafone.it, dopo la registrazione. La disattivazione per “Recall” è possibile sia nella sezione 190-fai-da-te sia attraverso il numero gratuito 42070. L'Antitrust - Dunque, Tim e Vodafone dicono ormai molto su questi servizi, sui costi, le condizioni, le vie di uscita, attraverso Internet. Ma il merito è anche del Garante delle Comunicazioni che ha voluto ben in vista sui siti dei gestori tutte le notizie sull’operazione. Intanto l'Antitrust ha avviato una serie di procedure contro i gestori accusandoli di aver violato il codice del Consumo che impone "il consenso espresso del consumatore quando si passa dalla gratuità al pagamento". Il caso è aperto. Intanto chi vuole il servizio deve pagare...