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Vicenza, la lotta per l'eredità: "vuole" essere figlio del milionario

di Andrea Tempestini lunedì 31 marzo 2014

3' di lettura

A quasi cinquant’anni ha deciso di disconoscere l’uomo che l’aveva cresciuto e che non gli aveva mai fatto mancare nulla: affetto, infanzia felice, e ottima istruzione. Il motivo? Questione di soldi, di schei, come si dice in Veneto. Nonostante una vita soddisfacente, una posizione lavorativa di tutto rispetto e una moglie amorevole, un ingegnere vicentino, dopo aver saputo dall’anziana madre che in realtà quel signore premuroso - defunto poco tempo fa - non era il padre naturale, ha deciso di adire le vie legali per annullare il vincolo di parentela. Di fatto, per il professionista, questo è l’unico modo per puntare alla milionaria eredità del vero papà, anche lui morto di recente, e della cui esistenza l’ingegnere non aveva mai saputo nulla. Al diavolo la riconoscenza, i ricordi, i momenti felici passati insieme a quel signore che fino alla rivelazione della mamma aveva sempre considerato suo padre. Di fronte agli schei tutto è passato in secondo piano. Il lutto, le giornate trascorse a piangere, il dolore e la disperazione ormai appartengono al passato. Per l’ingegnere vicentino ora l’unico obiettivo è quello di impossessarsi del ricco lascito. E intende pure farlo in fretta. É disposto a tutto. La situazione però, di per sé già complicata, si fa ancora più ingarbugliata. Perché il padre naturale, poco prima di passare a miglior vita, aveva intestato buona parte dei suoi beni ai due figli avuti con un’altra donna. Questi, chiaramente, non ci pensano nemmeno di vedersi sfilare da sotto il naso quella montagna di soldi e di proprietà. Si dicono dispiaciuti della situazione, rispettano le rimostranze del fratellastro, ma alla fine se ne fregano, perché il pensiero di rinunciare alla loro vita agiata non li sfiora neanche alla lontana. Loro, dell’ombra di questo fratellastro comparso tutto d’un tratto, vogliono liberarsi quanto prima. Hanno troppo da perdere. Sembra la trama di un film. Il professionista, dato che il corpo del padre naturale è stato cremato, per dimostrare il vincolo di parentela coi presunti fratellastri (e quindi la legittimità delle sue rivendicazioni) chiede la comparazione del proprio dna con il loro. Ma la richiesta viene respinta puntualmente. Pressati, per chiudere la parentesi il più velocemente possibile e per non rischiare in futuro di vedersi sottrarre una parte ingente dell’eredità, i due hanno proposto un accordo extragiudiziale, una somma di denaro che possa concludere quello che viceversa potrebbe diventare un infinito duello legale. L’offerta però è stata rifiutata. Il professionista vicentino non si accontenta. Ora, il primo passo che l’ingegnere intende compiere è la riesumazione del corpo del finto genitore perché venga prelevato un frammento osseo e riconosciuta l’incompatibilità del dna, passaggio obbligatorio per procedere al disconoscimento legale e per tentare il colpaccio. Soltanto poche settimane fa, sempre nel Vicentino, una madre dopo 23 anni aveva confessato al figlio l’identità del vero padre, un ricco imprenditore. Che non solo ha saputo dall’oggi al domani dell’esistenza del ragazzo, ma che ora - secondo la sentenza del tribunale - deve anche provvedere ai suoi studi universitari staccando un assegno di mille euro al mese, oltre ad accollarsi le spese di iscrizione all’ateneo e il costo dei libri di testo. L’uomo, stando alla ricostruzione dei suoi avvocati, sarebbe stato contattato dal ragazzo solo dopo la fine del matrimonio tra la mamma del giovane e l’ultimo compagno.  I problemi economici della donna l’avrebbero spinta a raccontare tutto al figlio, che - pure lui - ha avviato una causa di disconoscimento del presunto genitore. La somma che il padre deve sborsare è più bassa rispetto alle richieste del figlio e della madre, ma la propria disponibilità economica ha permesso che si giungesse a un accordo. Anche in questo caso, insomma, si è trattato di una questione di schei. di Alessandro Gonzato

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