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Padova, i romeni tornano a casa: il viaggio la paga il sindaco

di Andrea Tempestini domenica 14 dicembre 2014

2' di lettura

Erano arrivati in Italia dalla Romania con la speranza di una vita migliore, scappati dalla miseria e dalla disoccupazione. Ora, dopo anni di illusioni, di stenti, e un lungo periodo vissuto ai margini della società - a Padova, tra un bivacco e l’altro - hanno deciso di chiedere un aiuto economico per poter tornare a casa. L’appello è stato immediatamente raccolto dal sindaco, il leghista Massimo Bitonci, pronto a pagargli il biglietto aereo di tasca propria. Marito e moglie (al primo mese di gravidanza), cacciati l’altro giorno dall’ex foro Boario di corso Australia - uno stabile dal quale la polizia ha fatto allontanare tredici persone dell’Est Europa e le ha denunciate a vario titolo per invasione di territorio e ricettazione - avevano deciso di affidare la propria supplica, tramite un video, a un quotidiano locale: «Abbiamo capito che qui non si trova lavoro, che non ci potete aiutare con niente, almeno per andare a casa», avevano chiesto, «ci potete dare un aiuto? Non ce la facciamo più, abbiamo i bambini in Romania, non c’è nessuno a casa». La risposta di Bitonci, pure lui con messaggio registrato, è stata chiara: «Li invito a presentarsi in Comune. Sono disposto a sostenere personalmente, senza utilizzare soldi pubblici, il costo del loro viaggio di ritorno, di modo che per Natale possano ricongiungersi con il resto della famiglia, a casa loro, lontano dalle fatiche e dagli stenti cui sono stati costretti qui e che non auguro a nessuno». Poi una precisazione: «Questa iniziativa non sarà isolata. Inaugurerò, con un mio versamento, un fondo a contribuzione privata e volontaria, quindi senza esborsi per la comunità padovana, dedicato a sostenere il rientro nel Paese di provenienza di tutti gli stranieri comunitari, occupanti abusivi di aree o immobili pubblici e privati, che, dopo averli sgomberati, li rimettano a disposizione dei legittimi proprietari. In questo modo», ha concluso l’ex capo dei senatori leghisti, «senza toccare il portafogli dei padovani vogliamo aiutare chi è arrivato in città credendo di trovare lavoro e benessere e ha incontrato solo miseria e rischia di venire arruolato da associazioni criminali o di dedicarsi personalmente all’accattonaggio e ad attività illegali». Dunque Padova tenta la carta della colletta per dire basta alle occupazioni abusive. La situazione è fuori controllo. Solo nell’ultimo mese sono stati segnalati una decina di casi e i protagonisti, quasi sempre, sono stranieri. «È un segnale che lanciamo soprattutto a quei sindaci di sinistra che si lavano la coscienza spalancando le porte a migliaia di immigrati e poi non si preoccupano delle condizioni in cui sono costretti a vivere», dice a Libero Roberto Marcato, presidente del Consiglio comunale di Padova, duro e puro del Carroccio. «Ne va anche della dignità di queste persone. Il governo continua a fare false promesse. Chissà, nel Pd, quanti seguiranno il nostro esempio». Già. Nel frattempo, i social network, stanno con Bitonci: in tanti sono disposti a un piccolo contributo purché a Padova, ma non solo, di occupazioni abusive si senta parlare sempre meno. di Alessandro Gonzato

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