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Sinodo: "I gay hanno doni da offrire alla Chiesa". I cardinali conservatori: "Inaccettabile"

di laura vezzo domenica 19 ottobre 2014

2' di lettura

Stanno inziando a temere un'eccessiva apertura senza precedenti per gay e divorziati, i vescovi cattolici conservatori che, durante il Sinodo sulla famiglia, stanno cercando di fare sentire la propria opinione, sottolineando i fondamenti della dottrina cattolica e i pericoli del peccato. Il documento - Dopo la prima settimana di incontri, il Sinodo è stato elogiato da gruppi per i diritti dei gay come portavoce di un cambiamento epocale verso l'accettazione nella società degli omosessuali. Dalla sintesi ufficiale del documento è emerso che se da un lato il rapporto è stato apprezzato, dall'altro, secondo alcuni vescovi, sarebbero necessarie riflessioni supplementari per riunire i diversi punti di vista, da far poi confluire nella versione finale che verrà rilasciata sabato. Apertura ai gay, ma non al transgender - Un intero capitolo è dedicato alla questione dell'omosessualità che, si legge nel documento, chiama la Chiesa a una "importante sfida educativa". Nella bozza si riporta che anche i gay hanno doni da offrire alla Chiesa e che il rapporto tra questi due mondi, anche se moralmente problematico, potrebbe rivelarsi per le coppie omosessuali un "prezioso sostegno". Il Sinodo ritiene non accettabile che "organismi internazionali condizionino aiuti finanziari all'introduzione di normative ispirate all'ideologia del gender". Ma alle persone omosessuali riconosce "doti e qualità da offrire alla comunità cristiana" e invita i cattolici a domandarsi: "Siamo in grado di accogliere queste persone, garantendo loro uno spazio di fraternità nelle nostre comunità" senza però "compromettere la dottrina cattolica su famiglia e matrimonio?". Queste riflessioni hanno scaturito grande preoccupazione fra i vescovi conservatori per il tono quasi rivoluzionario ed eccessivamente accogliente, che potrebbe confondere i cattolici circa l'insegnamento di base della Chiesa. I divorziati - L'altro punto controverso del documento riguarda i divorziati: la Chiesa deve essere pronta ad accoglierli e deve riconoscere gli "aspetti positivi di matrimoni civili e anche dei cattolici conviventi". Molti dei conservatori che hanno partecipato al Sinodo si sono subito schierati contro questa impostazione. Il dissenso di molti cardinali - Il capo della Conferenza episcopale polacca, il cardinale Stanislaw Gadecki, ha definito la relazione "inaccettabile" e ha parlato di deviazione dalla dottrina della Chiesa. Linea dura anche per l'americano Raymond Burke, capo della corte suprema del Vaticano. Il cardinale ha infatti bollato come mistificanti le informazioni contenute nella bozza. I vescovi conservatori hanno suggerito che la versione finale debba concentrasi sulle famiglie cattoliche per evitare "un focus quasi esclusivo sulla situazione delle famiglie imperfette". Sui gay, è stata chiesta "prudenza", in modo che non si crei l'impressione di una valutazione troppo positiva di questa tendenza da parte della chiesa. La stessa cura è stato consigliata per quanto riguarda la convivenza. I vescovi hanno anche notato con disprezzo che la parola 'peccato' è apparsa pochissimo nel documento e che la versione finale deve spiegare meglio la "legge della gradualità", concetto teologico che incoraggia i fedeli a fare un passo alla volta durante la ricerca della santità.

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