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Berlusconi, le tappe del processo Ruby

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 20 luglio 2014

9' di lettura

Bunga bunga, burlesque, travestimenti, e ’cene eleganti' ad Arcore sono finiti sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Il gossip e il processo contro Silvio Berlusconi sono proceduti di pari passo. Di seguito le tappe del processo che il 24 giugno 2013 ha portato i giudici della quarta sezione penale di Milano alla condannda dell'ex premier a 7 anni di carcere per i reati di prostituzione minorile e concussione. Sentenza ribaltata oggi con l'assoluzione perchè il fatto non sussiste del leader di Forza Italia.  Il 21 dicembre 2010 viene iscritto nel registro degli indagati Silvio Berlusconi per le accuse di concussione e prostituzione minorile. I pm indagavano già su Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile. Utilizzano intercettazioni, mappano le celle telefoniche a cui fa riferimento Arcore. Il 13 gennaio 2011 la Corte costituzionale, con 13 voti contro 3, modifica profondamente la legge sul legittimo impedimento, stabilendo che se l’impedimento sia legittimo o no d’ora in poi dovrà stabilirlo il giudice (niente più, quindi, autocertificazione). Il 14 gennaio 2011 a Berlusconi viene notificato un invito a comparire davanti ai procuratori aggiunti Ilda Boccassini, Pietro Forno e Antonio Sangermano. I pm indicano le date del 22, 23 o 24 gennaio. Il Cavaliere è indagato per concussione e prostituzione minorile. I pm sostengono di avere ’prove certè tanto da pensare di procedere col rito immediato, che salta la fase dell’udienza preliminare e potrebbe portare alla prima udienza entro tre mesi. Avvisi di garanzia sono notificati anche a Lele Mira, Emilio Fede e Nicole Minetti per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile. Vengono perquisiti uffici a Milano, anche in Regione, oltre alle case delle ospiti di Berlusconi in centro città e in via Olgettina. Gli agenti si presentano anche nella comunità di Genova dove risiede Ruby per effettuare un’altra perquisizione. In Questura vengono sentite la giovane marocchina e numerose altre ragazze coinvolte. La polizia si presenta nell’ufficio del ragionier Giuseppe Spinelli, ma agli agenti è stato opposto il divieto di entrare perché la stanza sarebbe di pertinenza della segreteria politica dell’onorevole Berlusconi. Per questo i pm spediscono alla giunta competente di Montecitorio una richiesta di autorizzazione alla perquisizione dell’ufficio di Spinelli. Il 16 gennaio 2011 Berlusconi invia un videomessaggio a Studio Aperto, in cui afferma di avere una fidanzata ormai da tempo: si tratta di ’una relazione stabile', ’un rapporto d’affetto con una persona' che durerebbe da un paio d’anni. La Santanché dice di saperlo da sempre, anche La Russa sostiene che la signora esiste. Tra le più papabili Francesca Pascale, già star di Telecafone e consigliere comunale a Napoli, presentata mesi dopo dal Cavaliere come la sua giovane compagna, e Nicole Minetti, ex igienista dentale, ex ballerina a Colorado Café, infine consigliere regionale in Lombardia. 17 gennaio 2011 sul tavolo della giunta per le autorizzazioni della Camera arriva l’incartamento della Procura di Milano. Sono 389 pagine in cui si dimostra, secondo i magistrati, che Berlusconi organizzava in casa festini con donne procurate da Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti. Dell’invito a comparire, in teoria, non si possono fare fotocopie ed è chiuso in una stanza dove nessuno può entrare, tranne i 21 membri della giunta. Guardie anche nell’anticamera e giuramento da parte del presidente Castagnetti: ’Non trapelerà nientè. Intercettazioni e carte, invece, trapelano. Il 9 febbraio 2011 i pm chiedono che Berlusconi venga giudicato con rito immediato, saltando quindi la fase dell’udienza preliminare. Il 15 febbraio 2011 il gip Cristina Di Censo riconosce come fondate le accuse rivolte contro il premier nel caso Ruby e concede la procedura del rito immediato. Il Cavaliere si dovrà presentare in aula al tribunale di Milano il 6 aprile 2011 davanti ai giudici della quarta sezione penale. Il 4 marzo 2011 ’Il Fatto Qutidiano' denuncia il tentativo di falsificare la data di nascita di Ruby, per farla apparire maggiorenne, all’anagrafe in Marocco da parte di alcuni misteriosi personaggi venuti dall’Italia. Il 28 marzo Silvio Berlusconi si presenta al Palazzo di Giustizia di Milano, dove si celebra l’udienza preliminare del processo Mediatrade. Era da otto anni che non entrava in un’aula di giustizia. Fuori sostenitori dell’Italia dei Valori gli hanno fatto trovare il cartello: ’Bentornato. Dentro ti stanno aspettando'. Più numerosi i sostenitori del premier. Su banchetti allestiti in mezzo a un nugolo di celerini si offrono magliette con la scritta ’Silvio, devi resistere', ’Basta con le false accuse a Berlusconi'. Il 5 aprile 2011 alla Camera passa, con una maggioranza di 12 voti, la richiesta presentata dalla maggioranza per il cosiddetto ’conflitto di attribuzione' con la Procura di Milano. Secondo il centrodestra i reati ipotizzati nei confronti di Berlusconi nel processo Ruby sono di competenza del Tribunale dei ministri. La Procura di Milano sostiene invece che il Cavaliere, quando ha telefonato alla questura per far liberare Ruby, non abbia agito in qualità di presidente del Consiglio ma abbia abusato della sua funzione. A decidere sarà la Consulta, che dopo aver ammesso il ricorso, il 14 febbraio 2012 stabilisce che non si tratta di un reato ministeriale e che il processo deve rimanere a Milano.   Il 6 aprile si apre il processo Ruby davanti ad un collegio tutto al femminile. A giudicare Berlusconi sono Carmen D’Elia, Orsola De Cristofaro e Giulia Turri. La D’Elia s’è occupata in passato del processo Sme e ha condannato Cesare Previti a 5 anni. La De Cristofaro è famosa per il processo alla clinica Santa Rita di Milano. La Turri ha giudicato Fabrizio Corona. L’11 aprile Berlusconi si presenta in Tribunale a Milano per un’udienza del processo Mediaset. All’esterno organizza un vero e proprio comizio durante il quale spiega che Ruby non era stata ’pagata per evitare che si prostituisse'. ’Le avevo dato la possibilità di entrare in un centro estetico con un’amica-spiega - che lei avrebbe potuto realizzare se portava un laser per la depilazione, per un importo che a me sembrava di 45mila euro. Invece lei ha dichiarato di 60mila e io ho dato l’incarico di darle questi soldi per sottrarla a qualunque necessità, per non costringerla a fare la prostituta e portarla anzi nella direzione contrarià. Berlusconi precisa anche di aver telefonato in Questura la notte tra il 27 e 28 maggio 2010 per ’evitare un incidente diplomatico'. ’Ho chiesto un’informazione, preoccupato per una situazione che poteva dar luogo a un incidente diplomatico. Successivamente mi è stato risposto che la ragazza non era egiziana, ed è caduto tutto. Quindi non c’è alcuna concussione. Accuse risibili, demenziali e infondate'. E la ragazza ’ha sempre detto di non avere mai ricevuto avances da parte mia'. Una versione ribadita in aula anche il 19 ottobre 2012 dallo stesso Berlusconi nel corso delle sue dichiarazioni spontanee. Berlusconi tiene   sottolineare che ’a casa sua non poteva accadere nulla di illecito', come hanno dichiarato altre 35 persone. In aula il Cavaliere ammette di aiutare molte delle ragazze coinvolte. ’Mantengo queste ragazze perché hanno avuto la vita rovinata da questo processo. Hanno perso il lavoro, i fidanzati, e forse non ne avranno mai più. Mi sento responsabile - ha spiegato - perché l’unico loro torto è stato quello di accettare un invito a cena a casa del premier. È stata rovinata la vita a trenta ragazze, è una cosa scandalosa'. Ai cronisti il Cavaliere racconta che le serate a casa sua, descritte come hard da alcune ragazze, come le ’miss’ piemontesi Ambra Battilana e Chiara Danese e la modella marocchina Imane Fadil (parti civili nel processo Ruby a carico di Mora, Fede e Minetti), con tanto di lap dance, spogliarelli, travestimenti da suora, poliziotta, Ronaldhino, Boccassini e Obama, in realtà erano ’cene assolutamente eleganti'. ’È vero, le ragazze si travestivano - ammette - ma lo facevano perché si trattava di gare di burlesque'. Molti dei vestiti utilizzati erano ’dono di Gheddafi', ha spiegato Berlusconi, aggiungendo di aver ricevuto ’una sessantina di abitì dal rais libico. Quanto a Ruby, dice di non avere mai saputo che fosse minorenne fino alla sera del 27 maggio e di ’non aver mai avuto rapporti intimì con lei ma di averla solo aiutata dandole 57 mila euro per aprire un centro estetico ed evitare che potesse prostituirsi per mantenersi, Quanto alla telefonata in Questura, non è stata concussione ma ’un intervento che ho eseguito come premier’. In pratica, sostiene il leader del Pdl, ’la nostra informazione era che quella ragazza fosse parente del presidente Mubarak ed era mio dovere segnalarlo'. Lo stesso giorno testimoniano anche i funzionari di polizia coinvolti nella vicenda tra cui il commissario Giorgia Iafrate, di turno in Questura la notte in cui Ruby è stata fotosegnalata. ’Ho agito nell’interesse della minorè affidandola a Nicole Mineti, spiega, invece di mandarla in una casa famiglia come aveva disposto il pm Fiorillo. ’Di fronte alla scelta se lasciare la ragazza in questura in condizioni non sicure o affidarla ad un consigliere regionale - aggiunge - ho ritenuto di seguire quest’ultima possibilità’.  Ruby al processo che porta il suo nome a carico di Silvio Berlusconi non testimonierà mai. Convocata per il 10 dicembre 2012 la giovane non si presenta perché è in Messico. Lo stesso avviene 17 dicembre convocata di nuovo il 14 gennaio 2013 la ragazza, accompagnata da Luca Risso, si presenta in Tribunale. Si dice pronta a raccontare la sua versione dei fatti ma a sorpresa accusa e difesa concordano nel rinunciare alla sua testimonianza e limitarsi ad acquisire i verbali rilasciati in fase di indagine. Ruby convoca i giornalisti davanti al tribunale il 4 aprile e dice di voler raccontare la sua verità. Il 13 maggio, sentita come testimone nel processo parallelo a carico di Mora, Fede e Minetti, infila una lunga serie di ’non so' e ’ non ricordo' e definisce ’balle' e ’vanterie' il fatto di aver preso 5 milioni di euro con Berlusconi ’in cambio del macchiamento del mio nome' , come dice in una telefonata intercettata. Non solo. Dice di non aver mai fatto sesso con Berlusconi. ’Se non ho mai fatto la prostituta con Cristiano Ronaldo, che era oggettivamente bello - dice - figuriamoci con Berlusconi o con altrì. Il verbale viene acquisito anche dai giudici del processo a carico di Silvio Berlusconi. Il 4 marzo 2013 il pm Antonio Sangermano inizia la requisitoria. Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini dovrebbe terminare l’8 marzo. Berlusconi nel frattempo accusa una forte ’uveite bipolare' e viene ricoverato al San Raffaele. A colpi di certificati medici e legittimi impedimenti legati agli impegni elettorali, le udienze slittano. L’11 marzo circa 150 parlamentari del Pdl ’marciano' sul Tribunale di Milano e manifestano davanti all’ingresso principale di corso di Porta Vittoria contro la decisione dei giudici del processo Ruby di mandare una visita fiscale al San Raffaele per accertare le condizioni d salute del Cavaliere . Il gruppo di politici entra a Palazzo di Giustizia e cerca di entrare in aula, ma trovandola chiusa, si ferma nel corridoio davanti all’aula. ’Noi abbiamo un interlocutore di cui ci fidiamo - dice il segretario del partito Angelino Alfano - è il Presidente della Repubblica e del Csm. A Napolitano affidiamo la nostra preoccupazione per questa emergenza democratica'. Immediate le reazioni da parte del mondo politico e dell magistratura. Il processo viene sospeso fino al 13 maggio, in attesa che il 6 maggio la Cassazione si pronunci sull’istanza di remissione presentata dai legali del Cavaliere, che hanno chiesto di spostare i processi Mediaset e Ruby a Brescia perché il clima a Milano non è sereno. L’istanza è respinta e il 13 maggio il pm Boccassini chiede che Berlusconi sia condannato a 6 anni, di cui 5 anni per concussione e 1 per prostituzione minorile, e all’interdizione perpetua dei pubblici uffici. I difensori di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, nell’udienze successiva del 3 giugno chiedono l’assoluzione. Il 24 giugno 2013 i giudici della quarta sezione penale di Milano hanno condannato Berlusconi a 7 anni di carcere per i reati di prostituzione minorile e concussione per costrizione invece che per induzione come ipotizzato dall’accusa. ll collegio, presieduto da Giulia Turri e composto anche da Orsola De Cristofaro e da Carmen D’Elia, nelle motivazioni della sentenza, depositate il 21 novembre 2013, spiegano come Berlusconi fece sesso in cambio di soldi e gioielli con Ruby, quando la ragazza era minorenne. Il leader di forza Italia, secondo i giudici di primo grado, era il ’regista del bunga bunga' e Ruby era inserita stabilmente nel ’collaudato sistema prostitutivo di Arcore'.  Nel frattempo la Procura di Milano ha iscritto Silvio Berlusconi, i suoi avvocati e parlamentari del Pdl Niccolò Ghedini e Piero Longo per corruzione in atti giudiziari nell’ambito dell’inchiesta Ruby ter centrata sulla presunta corruzione dei testimoni e sulle presunte false testimonianze nel processo Ruby e Ruby bis. Titolare dell’inchiesta è il procuratore aggiunto Pietro Forno, lo stesso pm che per primo raccolse le confessioni di Ruby sulle ’cene elegantì di Arcore. Il processo di secondo grado, davanti alla seconda Corte d’Appello di Milano, iniziato il 20 giugno, è durato solo quattro udienze. Oggi 18 luglio 2014 l'assoluzione.

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