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Diritti d'autore, "arriva la supertassa sugli smartphone". Il ministero smentisce

Aumenti del 500% rispetto all'imposta attuale per l'acquisto di qualsiasi strumento tecnologico con memoria interna. Mibact: "Non è vero, sul diritto d'autore trattativa ancora in corso"
di Matteo Legnani domenica 9 febbraio 2014

2' di lettura

Tassa sui telefonini, anzi no. Prima le agenzie di stampa riferiscono di un nuovo balzello destinato a colpire smartphone, tablet, computer fissi e portatili, chiavette Usb, hard-disk esterni, tv con funzione di registratore e decoder. Quindi, nel volgere di un paio d'ore, la smentita del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo: "Non è prevista nessuna tassa e le ipotetiche tariffe pubblicate in merito agli aumenti di costo sono infondate". L'allarme rincari - Secondo le agenzie, sarebbe dovuta scattare un'imposta fino a 5,20 euro per i nuovi smartphone e tablet e 40 euro per i decoder con memoria interna. E che tecnicamente si chiama "rideterminazione dei compensi per copia privata". L’imposta non sarebbe stata nuova: la paghiamo già, con importi sugli smartphone pari a 90 centesimi di euro. A fissare le cifre è il Decreto del 30 dicembre 2009 che ne stabilisce il periodico aggiornamento, per adeguarle allo sviluppo delle tecnologie digitali in cambio della possibilità di effettuare una copia personale di registrazioni, tutelate dal diritto d’autore. Dunque per fare una copia di contenuti audio-video di cui siamo già legittimi proprietari. Per esempio per portare la compilation di Cd e Dvd su un secondo dispositivo personale come un lettore Mp3, smartphone o tablet. Gli incassi Siae servono dunque per compensare i mancati introiti degli autori. Secondo le stime d'acquisto del comparto hi-tech per il 2014 (8 milioni di tablet, 10 milioni di computer e pc) con l'aumento della tass si sarebbero raggiunti i 200 milioni di euro.  La (mezza) smentita del Ministero - Come detto, però, dal Ministero di via del Collegio Romano arriva la smentita: "La norma a cui si fa riferimento - aggiunge il comunicato - è quella relativa all’equo compenso per i produttori di contenuti, regolata attraverso decreto ministeriale, in attuazione di una norma vincolante europea che impone rinnovi triennali. Il precedente decreto del 2009 è già scaduto e il ministro Massimo Bray sta lavorando a una soluzione condivisa, nel rispetto e nella difesa del valore del diritto d'autore, ascoltando tutte le categorie interessate per raggiungere una decisione equilibrata nell'interesse degli autori, dei produttori di smartphone e tablet e, soprattutto, dei cittadini fruitori degli stessi". Il ministero conferma quindi che è comunque allo studio l'aggiornamento dell'equo compenso destinato agli autori per "risarcirli" per l’uso delle loro opere su dispostivi digitali con memoria interna.  

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