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Chiodi e il sexgate, parla l'amante: "L'adulterio non è un reato"

Gli inquirenti di Pescara hanno aperto un’inchiesta. Chiodi è ora indagato con altri 24 politici per truffa, peculato e falso. La ragazza: "Non mi dimetto"
di simone cerroni venerdì 31 gennaio 2014

3' di lettura

"Ho dormito con Chiodi, ma l’adulterio non è reato". Parola dell'amante di Gianni Chiodi, il governatore della regione Abruzzo accusato di truffa, falso e peculato per l’inchiesta dei rimborsi regionali aperta dagli inquirenti di Pescara. Intervistata dal Fatto Quotidiano, la donna la cui identità è ancora segreta conferma molte delle accuse al governatore. A differenza degli ultimi casi di tradimento, per citarne uno su tutti l'affaire Hollande, la vicenda di Chiodi non è puro gossip, nonostante la presenza di un'altra donna oltre alla moglie. Infatti, il conto della stanza 114 dell'hotel Del Sole di Roma, dove hanno pernottato Chiodi e la ragazza il 15 marzo 2011, fu pagato con soldi pubblici. Poi, due mesi dopo - come ha ricostruito il Fatto Quotidiano -  la signora fu nominata, su indicazione della giunta Chiodi, nell'organismo regionale sulle Pari Opportunità.  Fango su Fango - Chiodi nella bufera, anzi nel fango. Infatti, all'inchiesta su presunti indebiti rimborsi si viene ad aggiungere l'accusa di una raccomandazione per la nomina nell'organismo regionale sulle Pari Opportunità della ragazza che dormì con il governatore all'hotel Del Sole di Roma. Nell'intervista al Fatto Quotidiano, la ragazza afferma che non ha intenzione di dimettersi e che "la selezione per la nomina è avvenuta pubblicamente vagliando i titoli e i curricula delle candidate. Una commissione esterna ha selezionato una rosa, che poi è stata rimessa alla giunta regionale, per la valutazione, quindi inviata al ministero per la nomina". A prescindere dai favoritismi, la potrona alla regione non verrà tenuta per una questione di soldi. Infatti alla domanda di quanto guadagna, la ragazza risponde: "Qua non mi arricchisco. La mia indennità è di 180 euro lordi al mese. Ai quali vanno aggiunti di volta in volta 30 euro come gettone di presenza per evenuali riunioni in commissione". Infine l'intervista si conclude da dove tutto ha avuto inizio. Ovvero quella notte di marzo. "Le sembra corretto addebitare il conto di quella notte alle casse regionali?", chiede il Fatto Quotidiano. "Non è concepibile - afferma la ragazza - che questa spesa sia stata rimborsata con i soldi pubblici: non può e non deve essere cosi. Nel caso in cui quest'ipotesi venisse confermata, se anche riguardasse un solo centesimo, andrebbe immediatamente restituito alle casse della Regione". Le accuse - Chiodi è ora indagato con altri 24 politici per truffa, peculato e falso. Quella notte all’albergo Del Sole, a Roma, vicino al Pantheon, la spesa fu di 340 euro, il rimborso chiesto 357. Proprio quello è il caso incriminato, in quanto il governatore avrebbe omesso di dichiarare che con lui c'era una donna e che il rimborso riguardava anche lei. Il governatore non ha smentito l'accaduto, chiedendo scusa alla famiglia, ma nega di aver favorito la nomina della ragazza. In un'intervista uscita il 29 gennaio sul Corriere della Sera lo stesso Chiodi ha affermato che "è stato un errore. Ho già parlato con mia moglie Daniela e con la più grande delle mie tre figlie. Confido nella loro comprensione e alla fine, malgrado tutto, spero di tenere unita la mia famiglia". "Ho fatto un errore, lo ripeto, una cosa che è finita lì, ma ora provo pure una grande amarezza perchè qui mi si vuol far passare per uno che ha fatto la cresta alle spese, che ha chiesto rimborsi che non gli spettavano".      

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