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Mediaset, Cassazione: Berlusconi condannato. Rinviata l'interdizione

La Suprema Corte conferma i quattro anni di reclusione, ma stabilisce che la Corte d'Appello di Milano dovrà ridefinire i tempi dell'ergastolo politico
di Andrea Tempestini domenica 4 agosto 2013

2' di lettura

L'attesa è finita, il processo Mediaset è giunto alla conclusione. O quasi. La Cassazione conferma la condanna a quattro anni di reclusione per Silvio Berlusconi. Ma contestualmente la Suprema Corte annulla e rinvia l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni: la pena dovrà essere rideterminata dalla corte d'appello di Milano. Di fatto, il ricorso dei legali Franco Coppi e Niccolò Ghedini è stato respinto, il Cav non ne esce vincitore e viene ritenuto colpevole di frode fiscale. Per il momento, però, non viene tagliato ufficialmente fuori dalla politica attiva: la stangata finale, come detto, la dovrà infliggere la corte d'Appello, che dovrà rideterminare la durata dell'interdizione. Inizialmente l'esilio politico era stato determinato in cinque anni, ma la Cassazione ha sottolineato come per questo tipo di reato la pena accessoria prevede un periodo che varia da uno a tre anni. Il verdetto è arrivato intorno alle 19.45 dopo circa sette ore di camera di consiglio. Subito dopo la sentenza i vertici del Pdl si sono riuniti a Palazzo Grazioli. E' atteso un intervento del Cavaliere. Secondo le indiscrezioni filtrate dall'abitazione romana, il leader azzurro avrebbe invitato i suoi a tenere bassi i toni: "State calmi, state calmi", avrebbe consigliato ai vertici del partito. "Cav condannato a 4 anni" La lettura della sentenza: il video La sentenza - Nel dettaglio, i giudici di Cassazione hanno confermato la "doppia conforme" secondo la quale Berlusconi era il deus ex machina di Mediaset, nonché responsabile ed ideatore del sistema di frode fiscale legato all'acquisizione di diritti tv dagli Stati Uniti. E' stata confermata la condanna degli altri imputati, che come il Cav avevano presentato ricorso. Come detto, ora la Corte d'Appello di Milano dovrà essere riconvocata - in una sezione differente rispetto a quella che si è espressa due mesi fa - e dovrà definire una nuova durata dell'interdizione. La decisione, di fatto, era stata preannunciata dal pg, che avava chiesto l'accorciamento dell'interdizione, facendo notare l'anomalia del lustro richiesto. Non sono state invece accolte le tesi difensive di Ghedini e Coppi, che avevano chiesto l'assoluzione contestando l'esistenza stessa del reato di frode fiscale. Il futuro di Silvio - Ora resta da capire, in concreto, cosa succederà a Berlusconi. La pena, infatti, è irrevocabile. Il procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati non ha voluto commentare la sentenza, ma ha spiegato che "la pena principale è esecutiva ed è eseguibile" non appena la sentenza arriverà nel tribunale Meneghino. Come è noto, dei quattro anni di reclusione l'ex premier ne dovrà scontare soltanto uno per effetto dell'indulto. Ora resta da capire se Berlusconi lo vorrà scontare agli arresti domiciliari o in affidamento ai servizi sociali. In ogni caso le conseguenze politiche potrebbero essere pesanti: il leader di uno dei due più grandi partiti italiani viene, di fatto, arrestato).

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