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Vaticano, un altro scandalo: la Santa Sede nasconde gli evasori

Una deputata grillina presenta un'interrogazione a Saccomanni e lancia un appello al Papa: faccia chiarezza
di Lucia Esposito domenica 8 dicembre 2013

2' di lettura

Nonostante il nuovo corso impresso da Papa Francesco, ci sono ancora molte cose cose da mettere a punto in Vaticano. Sul Fatto in edicola oggi, sabato 7 deicembre, si parla di come il Vaticano nasconde all'Italia migliaia di evasori fiscali. Secondo il quotidiano diretto da Antonio Padellaro l'autorità di informazione finanziaria della Santa Sede "si rifiuta di collaborare con l'Agenzia delle Dogane" e nega il lungo elenco di persone che hanno prelevato importi consistenti in contanti dallo Ior I numeri dello scandalo -  Una deputata grillina, Silvia Chimenti, ha presentato un'interrogazione parlamentare firmata da una dozzina di colleghi del Movimento Cinque Stelle in cui, sostanzialmente, si chiedono chiarimenti al ministro dell'Economia Fabrizio saccomanni. Da un'indagine fatta da Marco Lillo, giornalista del Fatto, emerge che in due anni ci sono 3696 dichiarazioni non presentate per "altrettantio flussi che violano la legge dal Vaticano verso l'Italia". Nel maggio del 2013 l'Autorità d'informazione finanziaria della Città del Vaticano ha pubblicato il primo rapporto annuale 2012 sulle attività per la prevenzione e il contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo in cui è stato reso noto il numero delle dichiarazioni valutarie ricevute, in ingresso e in uscita dalla Città del Vaticano negli anni 2011 e 2012". Da questi dati vieni fuotri che nel 2011 ci sono state 658 dichiarazioni in entrata (da Italia a Vaticano) e 1894 in uscita (da Vaticano a Italia) mentre nel 2012 ci sono statre 598 dichiarazioni in entrata e 1782 in uscita per l'Italia. Ma questi dati non corrispondono con quelli resi noti dalla Dogana Italia. Invece, dovrebbero coincidere perfettamente perché ogni volta che qualcuno esce dal Vaticano con un importo superiore a 10mila euro deve dichiararlo prima alla Dogana italiana e poi all'Aif dello Stato Vaticano.- Seconmdo l'Agenzia delle Dogane ci sono state solo tre dichiarazioni in ingresso in italia nel 2011 contro le 1894 e nel 2012 quattro dicharazioni contro le 1782. I correntisti che hanno prelevato allo Ior soldi sono stati costretti a riempire il modulo della dichiarazione in uscita perché altrimenti non avrebbero avuto i soldi dalla banca vaticana. In Italia però hanno preferito rischiare piuttosto che dichiarare il contente.  L'appello al Papa - Silvia Chimenti, ricorda il Fatto, ha lanciato un appello al Papa: Il ministero dell'Economia conferma in pieno i nostri sospetti: c'è un disallineamento totatle tra il numero di dichiarazioni in entrata e in uscita traVaticano e Italia. A questo punto rivolgiamo un appello a Papa Francesco che ha già dimostrato la sua volontà di voltare pagina e di improntare il suo pontificato alla massima trasparenza. 

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