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Esposito, Csm: "Su Berlusconi ha sbagliato ma non lo trasferiamo"

Per il Consiglio superiore della magistratura la telefonata del giudice al giornalista del "Mattino" non vale "il trasferimento d'ufficio"
di Ignazio Stagno domenica 10 novembre 2013

Antonio Esposito

2' di lettura

Anticipare le motivazioni di una tra le sentenze più discusse degli ultimi vent'anni per telefono e ad un giornalista, non vale per il Csm un trasferimento d'ufficio. Antonio Esposito la passa liscia. Il Csm fa sapere che: "È sostenibile che la condotta del dott. Esposito possa assumere rilievo disciplinare, tenuto anche conto che le dichiarazioni sono state rese in relazione a un processo non ancora definito". Sul caso è in corso una preistruttoria davanti alla procura generale della Cassazione e vennero investiti della questione anche gli ispettori del ministero della Giustizia. Il Csm spiega che l'intervista al Mattino del giudice a pochi giorni dalla condanna di Berlusconi è stata "particolarmente vistosa e inopportuna", ma sarebbe "irragionevole" far derivare da "un unico episodio di esternazione" la misura "estrema" del suo trasferimento d'ufficio.  Nella delibera del Csm c'è un esplicito richiamo all'invito rivolto dal capo dello Stato due anni fa ai giovani giudici che avevano appena vinto il concorso in magistratura. In quell'occasione Napolitano chiese alle toghe anche di " ispirare le proprie condotte a criteri di misura e riservatezza, a non sentirsi investiti di improprie ed esorbitanti missioni, a non indulgere in atteggiamenti protagonistici e personalistici che possono mettere in discussione la imparzialità dei singoli, dell'ufficio giudiziario cui appartengono, della magistratura in generale". Un appello che ora il Csm ripropone per Esposito. Ma di sanzionarlo non se ne parla. "Responsabilità civile per i magistrati" -  Intanto il governo si muove sul fronte Giustizia. L'esecutivo ha dato il via libera alla norma che regola la responsabilità civile dei magistrati approvato. "Si tratta della norma che riguarda la responsabilita' dello Stato nei confronti dei cittadini per violazione manifesta del diritto dell'Unione Europea da parte dei magistrati di ultimo grado, che crea danno ai nostri concittadini''. Lo afferma il vicepremier Angelino Alfano. ''E' un intervento che risponde esattamente all'impegno assunto dal Governo, in Aula, il 2 ottobre e che adegua la nostra disciplina nazionale alla giurisprudenza comunitaria da cui origina la procedura di infrazione. La norma rientra nel perimetro di risposta alla infrazione e lascia in campo i referendum in materia di giustizia sui quali e' gia' stata grande la mobilitazione dell'opinione pubblica'', conclude Alfano.

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