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Devastarono Roma, arrestati altri 9 indignati

Identificati altri responsabili della guerriglia nella Capitale
di Nicoletta Orlandi Posti sabato 21 aprile 2012

2' di lettura

Devastazioni e saccheggio durante la manifestazione a Roma il 15 ottobre scorso. E ancora: resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. In tutta Italia questa mattina sono scattati blitz della Digos e dei carabinieri del Ros con l'obiettivo di assicurare alla giustizia i responsabili della guerriglia scatenata nella Capitale. Il bilancio è stato di 5 misure cautelari a Roma (2 arresti domiciliari e 3 obblighi di presentazione alla Pg); 4 misure dei domiciliari a Teramo e provincia, nei confronti di esponenti di "azione antifascista Teramo" e delle locali frange violente delle tifoserie; un arresto ai domiciliari ad Ancona; 3 misure dell’obbligo di presentazione alla PG in Padova, Cosenza e Macerata, nonchè 14 decreti di perquisizione locale e personale nelle stesse località. Secondo il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, responsabile del 'pool' dell’antiterrorismo Il 15 ottobre scorso, durante i disordini scoppiati in occasione della manifestazione degli Indignati a piazza San Giovanni, "c'è stata un’aggressione, preordinata e violentissima, contro i rappresentanti delle forze dell’ordine da parte di esponenti dell’area antagonista, dell’area anarchica e di rappresentanti della tifoseria ultras, in particolare della Roma e del Teramo".   L’attività investigativa, coordinata dal Pool Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Roma, è stata condotta in stretta collaborazione dal Ros e dalla Digos di Roma, che negli ultimi mesi sono riusciti a identificare i soggetti che si erano resi responsabili delle gravi derive violente devastando numerosi istituti bancari, esercizi commerciali, uffici del ministero della Difesa, oltre ad avere incendiato numerose auto e un blindato dell’Arma dei carabinieri. Le indagini sono state sviluppate nei confronti di persone inserite all’interno dell’area antagonista e anarchica nazionale, nonchè in direzione di alcune componenti provenienti dalle tifoserie ultras. Tra queste è emerso un gruppo proveniente dalla provincia di Teramo, all’interno del quale erano inseriti esponenti dell’area antagonista e di "azione antifascista Teramo", resisi responsabili di più azioni criminose lungo lo svolgimento del corteo e in particolare dell’assalto e dell’incendio al furgone blindato dell’Arma.    

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