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Silvia Romano, il 'bar dei pettegolezzi' sulla onlus Africa Milele: "Le chiamavamo ragazze con la valigia, dovevano arrangiarsi"

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Il Karen Blixen è il bar degli italiani a Malindi, che il Corsera definisce il ritrovo di pettegolezzi. Ed è proprio qui che è rimasto l'ultimo zainetto di Silvia Romano, che è poi stata rapita e tenuta prigioniera per 18 lunghi mesi. Come tutte le volontarie della onlus Africa Milele, la 25enne milanese passava spesso da questo bar. “Le chiamavano le ragazze con la valigia - raccontano al Corsera - borse di medicinali e latte in polvere da portare a Chakama. Facevano un po’ da postine. Dovevano arrangiarsi”.

E arrangiata sembra essere anche la onlus di Lilian Sora, 42enne di Fano che ha messo tutta se stessa nel progetto africano ma forse senza la dovuta attenzione per la sicurezza. “L’entusiasmo della fondatrice - ricostruisce il Corsera - aveva attratto Silvia, giunta via Facebook e senza troppa attenzione a leggerezze organizzative, come ipotizzano i Ros che hanno riscontrato come la ragazza fosse in Kenya senza nemmeno l’assicurazione per malattie e infortuni”. Poi è accaduto quello che tutti sanno e adesso la famiglia della volontaria milanese non vuole più sentir parlare della onlus e soprattutto di Lillian, che intanto sostiene di sapere chi ha “incastrato” Silvia senza però fare alcun nome, almeno pubblicamente. 

 

 

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