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Silvio Berlusconi, il Fatto quotidiano senza vergogna: la pagina, "mafia, bombe e Forza Italia"

sabato 11 luglio 2020

2' di lettura

Per il boss mafioso  Giuseppe Graviano (già condannato per le stragi del 1992 in Sicilia e del 1993 a Milano e Firenze oltre che per gli attentati di Roma) e per il calabrese Rocco Santo Filippone sono imputati in relazione al duplice omicidio dei due carabinieri, Antonino Fava e Vincenzo Garofalo. I due boss sono alla sbarra anche per gli attentati ai danni sempre di altre pattuglie dei Carabinieri, avvenuti nel dicembre 1993 e febbraio 1994. Il pm del processo, Giuseppe Lombardo inserisce quei fatti calabresi nella strategia politica portata avanti con le stragi da Cosa Nostra (in accordo con la 'ndrangheta) per influenzare il corso della storia d'Italia. Il Fatto quotidiano ricostruisce i fatti di quegli anni, dopo le stragi mafiosi del 1992 e descrive la tesi dell'accusa che nella sostanza è questa: 'ndrangheta, mafia, servizi deviati e massoneria deviata temevano la presa del potere degli ex comunisti dopo la caduta del Muro. La strategia il "sistema" contro il pds di Occhetto. Lombardo ieri ha parlato di "un disegno in cui le componenti mafiose si muovono accanto a componenti originariamente di altra natura".

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Ironicamente il pm ha poi detto nella sua requisitoria: "Non ho ringraziato formalmente Graviano per quello che ci ha detto nel corso dell'esame? Mi pare di sì, perché ci ha spiegato che quel momento storico è un momento in cui la sua storia, la storia di Cosa Nostra, la storia della 'ndrangheta procede di pari passo con la storia del movimento politico che verrà annunciato il 26 gennaio di quell'anno: Forza Italia". Si tratta di una requisitoria, certo. Inoltre le questioni politiche non sono oggetto del processo che si occupa solo degli attentati e dei due imputati Graviano e Filippone. Però il pm ieri ha posto domande interessanti, scrive il Fatto: "Tutto è finito nel febbraio 1994. Perché? Perché come dice Spatuzza, 'Graviano mi disse: abbiamo il Paese nelle mani'". In un altro passaggio della requisitoria il pm ha ricordato le intercettazioni del 2016-2017 di Graviano in carcere: "'Berlusconi è un traditore'.

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