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Coronavirus, malata da diciassette mesi: "Come è ridotto il mio corpo". Una testimonianza agghiacciante
Da più di un anno deve fare i conti con il "long Covid". Accade a Marta Esperti, 33enne romana che da tempo vive e lavora in Francia. La ragazza ha contratto il coronavirus il 2 marzo 2020, dopo una cena con un collega arrivato a Parigi da Bergamo. "Non ho pensato al virus, se ne parlava ancora poco, soprattutto in Francia - ha ammesso alle colonne de La Stampa -. Ho pensato fosse una semplice influenza". Poi però l'11 marzo la situazione non migliorava e così si è reso necessario l'intervento del medico: "Gli racconto dei contatti avuti, quindi lui, tutto bardato, mi dà una mascherina ma non mi ricovera. Mi dice: 'Sei giovane e donna, non ti succederà niente'. Una frase che per mesi mi hanno ripetuto tutti i medici con cui ho avuto a che fare". Il 19 marzo la febbre sale: "Avevo una leggera anosmia e facevo molta fatica a respirare. Chiamo il numero verde di emergenza, ma trovo solo persone che mi dicono che se riesco a contare fino a dieci arrivando con il fiato, non mi devo preoccupare. Lo faccio per giorni. Fino a che la saturazione scende a 91 e arriva un'ambulanza". Solo il 28 aprile 2020 Marta viene rimpatriata in Italia grazie al medico dell'Ambasciata in Francia che l'ha sottoposta a una tac polmonare con il risultato "focolaio di polmonite tipico del Covid19".
A diciassette mesi di distanza la ragazza non è ancora uscita dall'incubo: "Al mattino - ha detto - prendo l'esopremazolo per proteggere lo stomaco. Dopo mezz'ora il cortisone a un dosaggio che ad oggi è il più basso ma il medico non è stato in grado di dirmi quando potrò smetterlo. Poi: anti-coagulante orale e Ivabradina, per il cuore, due volte al giorno. Questi due farmaci dovrei prenderli per un anno. A pranzo prendo la colcichina, aggiunta di recente per il trattamento di una pericardite recidivante: mi toccherà assumerla per i prossimi sei mesi. infine, alla sera devo ripetere l'anticoagulante, l'Ivabradina. Più qualche farmaco per dormire".
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In totale, dunque, otto pasticche per otto medicinali. Le conseguenze del coronavirus si vedono anche sul suo corpo. In un solo mese Marta ha perso dieci chili. La sua salute è estremamente precaria nonostante non abbia mai avuto problemi prima, non fumava e faceva sport.