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Charlotte Angie e il suo killer "nudi sul ballatoio": la testimonianza-choc, "lei non stava bene"

mercoledì 30 marzo 2022

2' di lettura

Aveva una doppia vita, Charlotte Angie, nella speranza di svoltare quella vera, quella di Carol Maltesi, il suo vero nome, e del suo figlio di 6 anni. Dal dramma della 25enne uccisa nella sua casa in una cascina di Rescaldina emergono nuovi strazianti dettagli. A ucciderla, reo confesso, l'impiegato di banca e food blogger Davide Fontana, nella maniera più brutale: una martellata durante un gioco erotico, poi l'ha sfregiata sul volto col fuoco e l'ha fatta a pezzi, tenendola per settimane in un freezer acquistato online per l'occasione. Per finire, ha gettato quei poveri resti in un bosco di Brono, a Brescia.

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Era lui a scattare le foto per i social di Carol, versione Charlotte. La ragazza si era buttata nel mondo del cinema a luci rosse dopo aver lasciato un lavoro da commessa. "Lavorava a Malpensa, poi con il lockdown lì hanno chiuso ed è stata ricollocata qui - spiega a Repubblica una collega -. Mi aveva raccontato che per arrotondare aveva cominciato con foto e video, diceva che lo faceva per dare una stabilità al figlio, e che si sentiva a suo agio con quella carriera. A giugno del 2021 ha deciso di andarsene: troppi viaggi, troppi impegni con la sua carriera, qui l'ho rivista solo una volta". Fontana "si era trasferito qui a Rescaldina per stare con lei, le aveva fatto le prime foto. Carol non aveva parlato mai di problemi".

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L'uomo che l'ha uccisa sembrava essere, insieme al figlioletto, il suo unico punto di riferimento. Non a caso, ha spiegato l'assassino, in due mesi dalla sua morte l'unica persona a cercare Carol è stato il giornalista di Brescia che indagava sulla sua scomparsa. Non l'ex compagno, padre di suo figlio (vivono insieme a Verona, ogni due settimane il bimbo si trasferiva a Rescaldina), non la madre malata, non uno dei suoi flirt passati, né amici o colleghi dei set a luci rosse. Una solitudine dolorosa che spiega perché sia passato così tanto tempo dalla sua morte alla risoluzione del giallo. 

Una estetista del posto, cugina di una vicina di Carol/Charlotte, ricorda: "L'ultimo appuntamento me lo aveva chiesto a novembre. Non si era presentata, ma era normale, qualche volta andava all'estero per fare delle foto. Mi aveva raccontato del lavoro che stava facendo, diceva che da grande avrebbe preso suo figlio e lo avrebbe portato a vivere ad Amsterdam, da suo padre. Era una ragazza fragile, sempre tesa, scattava per i minimi rumori. Si vedeva che non stava bene. Ogni tanto lui usciva da casa di lei, nudo, per tornare nella sua. Altre, era lei a passare in deshabillé. Sapevo che erano stati insieme, che a lui piaceva scattare foto, credevo fosse il suo mestiere.

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