L'omicidio

Alessandro Maja: "Spendeva troppo. E quelle creme...", lo sconvolgente sfogo contro la moglie morta di fronte al gip

Il caso di Alessandro Maja, l'uomo accusato di aver ammazzato moglie e figlia di 16 anni nella loro villetta a Samarate, provincia di Varese, si arricchisce di nuovi, terrificanti, capitoli. L'uomo infatti ha risposto alle domande del gip, al quale ha spiegato: "Mia moglie spendeva troppo e io non ero d'accordo con il lavoro che faceva".

Per Maja, 57 anni, infatti l'attività di vendita di creme svolta da Stefania Pivetta, casalinga, "era una perdita di tempo". E lui, così come spiegato dagli amici, era tormentato dai soldi, dalla paura dei debiti. Sull'aggressione al figlio, 23 anni, sopravvissuto ma in gravi condizioni, non si è espresso. 

 

Da quanto si apprende, durante l'interrogatorio non sarebbe stato molto lucido e, come ha spiegato anche il suo legale Enrico Milani, "ha risposto sofferente alle domande, con un forte disagio". Maja nei giorni scorsi era stato ricoverato nel reparto di psichiatria del San Gerardo di Mosca.

Secondo quanto scrive Il Messaggero, "l'ossessione per il denaro sarebbe stata sviluppata da Maja nel periodo precedente alla Pasqua, poche settimane prima della tragedia. Nonostante dagli accertamenti svolti finora non sia emerso nulla che possa giustificare il terrore del designer per i debiti, gli inquirenti continuerebbero a battere questa pista". Non si esclude che Alessandro maja avesse una vita parallela, almeno a livello economico e finanziario. Tra le ipotesi, quelle di investimenti sbagliati e affari finiti in disgrazia. L'unica certezza è che l'angoscia per il denaro lo stringeva come in una morsa, sfociata nell'orrore omicida.