L'operazione

Piantedosi, lo sfogo dopo gli arresti a Napoli: "Seme dell'odio si diffonde"

Blitz antiterrorismo a Napoli nella mattina di martedì 15 novembre. L'operazione ha smantellato un’associazione sovversiva, di stampo neonazista, negazionista e suprematista attiva nel capoluogo campano, grazie a una serie di perquisizioni personali, domiciliari e informatiche in tredici province italiane, in particolare tra Napoli, Caserta e Avellino. Ma non solo. Anche Milano, Torino, Palermo, Ragusa, Treviso, Verona, Salerno, Potenza, Cosenza e Crotone. In totale sono 26 le perquisizioni eseguite quest'oggi, che fanno seguito alle 30 già eseguite a maggio e ottobre 2021. Quattro le persone che sono state arrestate e portate in carcere per associazione con finalità di terrorismo. 

 

 

A eseguire l'operazione antiterrorismo è stata la polizia di Stato di Napoli, su delega della Procura della Repubblica di Napoli, in collaborazione con la Digos, la Direzione centrale della polizia di prevenzione e il servizio di polizia postale e comunicazioni. Le indagini hanno consentito la raccolta di "numerosissimi materiali di propaganda, proiettili, armi soft air, abbigliamento tattico" e "ulteriori importanti elementi indiziari che hanno suffragato la tesi investigativa", spiegano dalla questura partenopea. Nel mirino l'associazione sovversiva Ordine di Hagal, con sede a Marigliano, in provincia di Napoli. 

È intervenuto sulla vicenda anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. "Il caso di Avellino è un campanello di allarme di come il seme dell’odio si diffonde anche in contesti che non avremmo mai immaginato", lo ha dichiarato durante il convegno "9 ottobre 1982. L’attentato al Tempio Maggiore di Roma 40 anni dopo" in corso all’Archivio Centrale dello Stato.