Ratzinger e Bergoglio
In questi giorni abbiamo anticipato molti estratti, in certi casi assai scomodi per l'odierna gerarchia vaticana, del libro Nient'altro che la verità - in uscita domani - dello storico segretario di Benedetto XVI, Georg Gänswein. Oggi concludiamo svelandovi il racconto di come, stando a quanto riportato dal monsignore, s'interruppe la sostanziale armonia tra Benedetto XVI e Francesco che aveva caratterizzato i primi anni del pontificato bergogliano. Il casus belli che incrinò forse per sempre i rapporti tra Papa Bergoglio e il suo predecessore fu il libro che il Card. Robert Sarah, il porporato guineano considerato un ratzingeriano di ferro, diede alle stampe agli inizi del 2020 con l'emblematico titolo: Dal profondo del Nostro cuore.
L'INTERVISTA
Ma leggiamo cosa dice in merito Gänswein, che per colpa dell'errore editoriale che ne conseguì vedrà per sempre incrinato il suo rapporto con il Papa argentino compromettendo definitivamente anche quello tra Bergoglio e Ratzinger: «La bomba mediatica esplose d'improvviso, il 12 gennaio 2020, con un'intervista apparsa sul quotidiano francese Le Figaro, nella quale il cardinale Robert Sarah, all'epoca prefetto della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti, annunciava al vaticanista Jean Marie Guénois che, tre giorni dopo, avrebbe pubblicato con Benedetto XVI "un libro a quattro mani con il Papa emerito in cui viene espressa una comune visione della Chiesa e un'identica avversione per la polemica" e di come "Benedetto, con il suo cuore di padre, abbia provato grande compassione per i tanti sacerdoti che si sono sentiti sconcertati, abbandonati da quel che sta emergendo" con un implicito riferimento al Sinodo convocato da Papa Francesco le cui conclusioni avrebbero poi dato vita alla pubblicazione dell'esortazione Apostolica Querida Amazonia». Qualche settimana prima, è bene ricordarlo per focalizzare meglio il contesto, si era svolto in Vaticano il Sinodo per l'Amazzonia che Francesco aveva convocato per valutare l'ipotesi, molto sostenuta da cardinali a lui vicini (in particolare Maradiaga e Hummes, suoi grandi elettori nel Conclave del 2013) che i sacerdoti consacrati potessero sposarsi o, viceversa, che anche uomini sposati potessero essere consacrati sacerdoti.
Ma torniamo a quanto racconta Mons. Georg nel suo libro: «Nel pomeriggio di quel 12 gennaio giunse in Monastero una copia-staffetta e, non appena aprii la busta, mi si gelò il sangue: in copertina il nome Benoît XVI spiccava in alto (ricordiamo che il volume di Sarah fu scritto nella sua prima edizione in francese e i diritti affidati alla casa editrice Fayard) con la stessa grandezza di quello del cardinale Sarah, e le immagini erano due loro fotografie affiancate. Portai immediatamente il volume al Papa emerito e anche lui rimase stupefatto, comprendendo immediatamente quali polemiche ne sarebbero scaturite. Sfogliando le pagine, non risultava infatti con chiarezza la descrizione della diversità di intervento e, per giustificare la doppia firma, ci si limitava all'enigmatica precisazione: "Testo scritto dal cardinale Robert Sarah, letto e approvato da Benedetto XVI"». Effettivamente la prevista tempesta mediatica tuonò con tutto il vigore possibile, sulla base dell'idea che, scrive Gänswein, «non essendo ancora uscita l'esortazione post-sinodale, i due volessero fare pressione su Francesco riguardo ai temi del celibato ecclesiastico e dell'ordinazione di uomini sposati».
IL CHIARIMENTO
Benedetto, precisa mons. Georg, ritenne «necessario un chiarimento pubblico, che riassunsi nel comunicato diffuso il 14 gennaio: "Posso confermare che questa mattina, su indicazione del Papa emerito, ho chiesto al cardinale Sarah di contattare gli editori del libro pregandoli di togliere il nome di Benedetto XVI come coautore del testo e di togliere la sua firma anche dall'introduzione e dalla conclusione. Il Papa emerito, non ha approvato alcun progetto per un libro a doppia firma, né aveva precedentemente visto e autorizzato la copertina. Si tratta di un malinteso"». La frittata, però, era ormai fatta. A poco valsero le udienze chieste - e concesse - sia a Benedetto che a Francesco da parte di Sarah, né quella che lo stesso Gänswein ottenne con Papa Bergoglio: l'atto venne considerato ostile e il rapporto, con tutti i protagonisti della vicenda, incrinato. Ma quello che fa più scalpore e che per molti osservatori è considerato di dubbio gusto da parte del segretario di Benedetto XVI è la divulgazione, in questo libro d'imminente uscita, del carteggio tra Benedetto e Francesco su questa come su altre questioni.
Ecco cosa riporta in merito Gänswein: «Il 12 febbraio 2020 Benedetto ricevette da Papa Francesco una copia dell'esortazione apostolica Querida Amazonia e il giorno seguente gli rispose con una lettera di ringraziamento. Il Papa emerito sentì la necessità di chiarire definitivamente la questione (legata al libro di Sarah n.d.r.), cosicché gli assicurò: "per Lei, Santo Padre, elaborerò una breve storia sull'accaduto e mi permetterò di trasmetterla quanto prima". Dopo soli quattro giorni, il 17 febbraio, la ricostruzione fu pronta e Benedetto poté inviarla a Papa Francesco: "Caro Santo Padre, come avevo promesso nella mia lettera del 13 febbraio, le comunico oggi la storia del mio testo sul sacerdozio cattolico pubblicato nel libro del cardinale Sarah. [...] Il 5 settembre 2019 mi è arrivata una lettera del cardinale in cui mi si chiedeva un testo sul sacerdozio, sorpreso da questa richiesta, ho risposto che le mie forze non mi permettono più la redazione di un testo teologico. Ho scritto solo alcuni appunti di riflessione che ho trasmesso al cardinale, dicendo: "Lascio a lei queste note, la cui insufficienza sento fortemente, spero possano avere qualche utilità"».
NON RISPOSE
A questa lettera di spiegazioni, lunga e articolata, Bergoglio non rispose mai. Quel che traspare da questa vicenda è la grande fragilità umana, già allora, di Benedetto e, soprattutto, la sua delicatezza che in vita, come adesso in morte, è stata utilizzata da molti anche per finalità poco nobili. Sappiamo dalle stesse parole di Gäns- wein, nelle pagine successive di questo capitolo intitolato "Il pasticciaccio Sarah", che Benedetto fu «enormemente amareggiato» dalla vicenda e che Francesco non credette mai all'assenza dello zampino del segretario di Ratzinger, tant' è che pochissimi giorni dopo si svolse la turbolenta udienza tra i due che vi abbiamo già raccontato e da cui il segretario di Ratzinger uscì come un "prefetto dimezzato". Sappiamo anche che a Sarah, complice il compimento di lì a breve dei suoi 75 anni, non fu rinnovata la carica di Prefetto della Congregazione per il Culto divino. Dopo avervi raccontato in questi giorni il caso editoriale ed ecclesiale di un libro non ancora in libreria, concludiamo che sì, forse quel cardinale molto vicino in vita a Benedetto XVI ha ragione quando afferma: «Non so se il Papa emerito fosse a conoscenza della stesura di questo libro, certamente non avrebbe apprezzato». E forse, da lassù, Benedetto sarà ancora una volta «amareggiato».