Grazie MicroMega. Ci vogliono gli anticlericali militanti della rivista di Paolo Flores d’Arcais, intellettuale di religione atea forcaiola, per dare peso esistenziale e sociale ai sacramenti della Chiesa cattolica. Lo scopo ovviamente è di ostacolarli, e addirittura di vietarli, per ora non si parla di sanzioni: per chi trasgredisce si discuterà poi se destinarlo al 41bis, ma la tendenza storica della rivista fa intuire che propensione è quella; in fondo peggio della mafia c'è solo la Chiesa. L’intento è di scopar via, senza furore polemico, ma con distacco professionale, le ultime briciole di costumi popolari cristiani.
In realtà- ironia della Provvidenza – l’intenzione proibizionista finisce per illuminare un tesoro sepolto nella dimenticanza. Ma l’intenzione liberticida resta, velenosa come un serpente a sonagli. Nell’ultimo numero, intitolato “La sinistra è morta, viva la sinistra?”, il professor Gabriele Giacomini, ordinario di analisi matematica all’università di Brescia, intende promuovere una grande battaglia civile contro il «pedo-Battesimo». Lo chiama proprio così con precisione colta e pelosa: pedos è il bambino in greco. C’è bisogno di spiegare la furbesca suggestione da rancoroso reduce (Giacomini avverte nel curriculum di essersi laureato all’Università cattolica del Sacro Cuore)? Ma sì, i preti e i loro stolti seguaci non minacciano l’infanzia soltanto con la pedofilia, ma l’abuso comincia prima. I neonati sono vittime del pedo-Battesimo.
LIBERTÀ SEQUESTRATA
Testualmente: «L’Italia» scrive Giacomini «permettendo il Battesimo dei bambini viola l’articolo 3 della Convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia... in quanto i neonati non sono ancora in grado di intendere e di volere o emettere un atto personale e cosciente e nella fattispecie sono obbligati a far parte di una associazione religiosa per tutta la vita». Si sequestra la libertà del bambino o addirittura del neonato per tutta la sua vita, imponendogli il marchio di una religione che genitori e clero hanno scelto senza che il figlioletto gliene avesse dato la procura, in dispregio di quel trattato che il Parlamento ha ratificato nel 1991.
La proposta di MicroMega è triplice. 1) Vietare il Battesimo cristiano per i minori di 18 anni, in subordine, di 12 anni. Con uno strascico logico: niente prima comunione, come l’abbiamo sempre intesa, dono di primavera. 2) Sostituire il sacramento cristiano con un rito analogo e obbligatorio da religione civile. Con esso si festeggia il neonato, il sindaco lo accoglie e lo proclama nuovo membro della comunità, cittadino. Indi viene consegnato ai genitori che dovranno agire obbedendo al libretto loro assegnato come capitò a Mosè sul Sinai con le tavole della legge: nel manuale del bravo genitore 1 e genitore 2 è contemplata la Convenzione emanata a Strasburgo dal Consiglio d’Europa e quelle dell'Onu. Non c’è nulla di creativo in questa liturgia micromegalomane: ricalca la “Religione dell’Umanità”, il più grande progetto politico-sociale dell’800, elaborato da Auguste Comte ispirato dalla sua Beatrice, Clotilde de Vaux.
Che cosa desiderano Flores d’Arcais e Giacomoni, alla fine dei conti? L’abrogazione del cristianesimo, e prima ancora la negazione dei diritti non solo dei genitori ad educare, ma quello dei bambini a ricevere i loro doni, che non sono soltanto il latte e il risotto, ma il nome delle cose che non si vedono ma si sperimentano: l’amore innanzitutto, la giustizia, i doveri. E MicroMega per impedire tutto questo manda i carabinieri a bloccare l’immersione della testolina dei figli nelle acque. Se fossero coerenti dovrebbero dichiarare l’assoluto arbitrio del concepimento e della nascita, che accade senza alcun permesso, proprio da quei genitori e in quel posto. I carabinieri dovrebbero intervenire alla rottura delle acque materne, portando via il bambino vittima di un abuso della sua libertà di essere o non essere, e consegnandolo a qualche falansterio dove – come voleva Platone – non sappia chi sono suo padre e sua madre. Balle: la libertà è un legame in cui si è sé stessi, la famiglia, l’amicizia, quell’«entità etnica sui generis» (Paolo VI, udienza generale, 23 luglio 1975) nella quale il Battesimo ti introduce. Insomma, il Battesimo è un dono come la vita.
Poi puoi gettarli via.
UN GRAZIE AGLI ATEI
Grazie comunque professor Giacomoni, di essere passato dalla ricerca dei “Metodi variazionali in plasticità” (vedi curriculum dello scienziato) alla teologia del menga e al diritto della mutua, riportando – felix culpa - il nostro sguardo distratto sull’essenziale. Gesù Cristo con il Battesimo dell’acqua e del fuoco ha qualcosa da dirci? Il Battesimo è un caso serio. Lì, con la voce della Chiesa, chiede alla libertà un sì o un no. Quando si è piccini tocca ai genitori rispondere consegnando una veste bianca al figlio: responsabilità tremenda e meravigliosa avvolgerlo dentro questa storia cristiana. Il sì alla vita e al Battesimo, e a quanto pare la promessa della persecuzione. Uno dei temi classici delle discussioni antiche durante le ore di religione cattolica alle medie superiori era proprio il Battesimo dei bambini. Perché costringere le creature a diventare cristiani senza che possano scegliere? Ho scritto “discussioni antiche”, perché la questione era da tempo sparita dai radar. Oggi interessa il gender, la fluidità sessuale, come e perché il Papa la consideri un male e invece Fedez la ritenga un bene. Il Battesimo è materia ignota, il suo significato sconosciuto ai più. Le ultime dieci volte che ho sentito nominare la sua amministrazione riguardava il destino di un calcio al pallone, la parte di Giovanni il Battezzatore era interpretata dal portiere: «Il tiro è stato battezzato dall’estremo difensore come fuori dallo specchio». Ci voleva MicroMega per costringere almeno a una qualche nostalgia dell'affetto con cui siamo stati portati al fonte, per il rito di acqua e Spirito Santo.