Giubilo sia in tutto il regno! Verrebbe da dire così a leggere le reazioni degli eco-vandali dopo la “grazia” ricevuta dai giudici di Firenze. Già perché attaccarsi alla teca della Primavera di Botticelli non costituisce reato e per le toghe «il fatto non sussiste». Così tre attivisti che avevano assaltato le protezioni in vetro dell’opera custodita agli Uffizi l’hanno fatta franca. E ora, con tanto di foto con baci e abbracci davanti al tribunale, gli eco-vandali di Ultima Generazione ringraziano il magistrato che ha evitato loro la sbarra: «Il giudice lo ha riconosciuto, incollarsi ad un vetro protettivo non è reato, è un’espressione di dissenso pacifica e legittima in una democrazia». E come vuole la giurisprudenza, il verdetto crea un pericoloso precedente. Già perché nelle vele degli eco-svalvolati mancava solo il vento dell’impunità.
Sui social ufficiali di Ultima Generazione c’è una “chiamata alle armi”: “Allora? Fallo anche tu”, è l’invito dopo aver evitato conseguenze penali. Insomma, l’impunità si trasforma in appello pubblico ad entrare in un museo e attaccarsi con la colla alla teca di un quadro. Poi, sempre sul profilo “X” dei gretini c’è anche una clip accompagnata da una didascalia trionfante: «Vittoria per Laura, Simone e Beatrice! Una protesta pacifica, che non reca danni concreti, non è reato, è il sale della nostra democrazia». Poi il capopopolo degli eco-vandali prende il microfono e improvvisa un comizio davanti al tribunale: “Era legittimo ciò che abbiamo fatto. E a questo punto- reitera l'invito - fatelo anche voi. Questo verdetto è un buon segnale, un buon inizio che certifica le nostre lecite azioni”. Ora gli eco-attivisti si attendono un trattamento simile anche negli altri processi. Uno è iniziato ieri a Roma contro il gruppo che ha imbrattato la sede del Senato. Il costo della pulizia, come ha sottolineato l’Avvocatura dello Stato, ammonta a ben 40mila euro.