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Filippo Turetta, se il killer diventa un "esempio"

A Merano un 19enne che perseguitava la ex definiva l’assassino di Giulia Cecchettin "un modello da seguire". Proprio come un 23enne di Gallarate
di Susanna Barberini martedì 6 maggio 2025

3' di lettura

Il femminicidio di Giulia Cecchettin è diventato il simbolo della lotta alle violenze di genere in Italia; la sua morte per mano dell’ex fidanzato, un “bravo ragazzo” ha smosso - purtroppo ancora non a sufficienza - le coscienza rappresentando un punto di svolta collettivo: il padre Gino ha dato vita alla Fondazione con il nome della figlia, per promuovere una società realmente inclusiva, capace di prevenire e contrastare ogni forma di violenza sulle donne; la sorella di Giulia invece ha approfittato del megafono che l’atrocità capitata alla sorella le ha messo in mano, per parlare in tv di cultura dello stupro, di patriarcato, invitando a bruciare tutto, non a rimanere in silenzio. Elena non ha mai accettato la morte di Giulia come inevitabile, e continua a battersi perché nessun altro “bravo ragazzo”, come venne definito l’assassino Filippo Turetta, possa arrivare ad uccidere per un “no” che ogni individuo, a prescindere dal genere, ha il sacrosanto diritto di pronunciare.

L’impegno della famiglia Cecchettin è encomiabile, ma la cronaca dimostra, ahinoi, che c’è più di qualcuno che vede invece in Filippo Turetta un simbolo altrettanto forte, un modello a cui ispirarsi. Nel giorno in cui Giulia avrebbe compiuto 24 anni e il padre e la sorella l’hanno ricordata sui social con foto e pensieri dedicati («Quando tutto brucia per te sì, forse anche io», ha scritto Elena) un diciannovenne a Merano ha aggredito la ex fidanzata con le forbici filmando la scena con il suo cellulare. Il motivo?

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Una separazione non accettata, l’ossessione che sfocia in violenza, e un pomeriggio di maggio che poteva finire in tragedia. Sabato scorso, il giovane l’ha raggiunta in una via isolata, l’ha aggredita, minacciata con un paio di forbici e costretta a bloccare tutti i suoi contatti telefonici, mentre riprendeva tutto con il cellulare. La giovane, terrorizzata, è riuscita a inviare la propria posizione alla famiglia durante un attimo di distrazione dell’aggressore. I parenti, allarmati dalla sua prolungata assenza, l’hanno subito cercata e sono riusciti ad arrivare in tempo. Lui, vistosi scoperto, ha tentato la fuga, ma uno zio della ragazza lo ha inseguito mentre allertava i carabinieri.

Il ragazzo è stato fermato poco dopo e trovato ancora in possesso delle forbici e di un grosso sasso. Il video girato durante l’aggressione, in cui la ragazza appare visibilmente sotto shock, è ora nelle mani della procura di Venezia, che sta valutando l’aggravamento delle accuse. Il 19enne infatti tormentava la ex anche online, utilizzando diversi profili social per inviarle insulti e minacce. In uno dei post, rimosso dai social ma acquisito agli atti dell’inchiesta, aveva scritto: «Cose da comprare: mappa d’Italia, scotch, sacchi dell’immondizia, coltelli, soldi per la benzina. Turetta modello modello da seguire». Turetta un modello da seguire? Non ci si crede, eppure la pensava così anche il 23 enne di Gallarate che aveva scritto alla ex fidanzata, tra centinaia di messaggi che le mandava ogni giorno dopo la fine della relazione, «comprendo perché tanti ragazzi, come Filippo Turetta, arrivano a compiere certe azioni».

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E ancora: «Sia chiaro, tu muori, magari tra vent'anni ma ti ammazzo, oggi non ne esci viva». Dopo aver letto queste parole la giovane è rivolta ai carabinieri che lo hanno arrestato. Era un fan di Filippo Turetta anche lo studente di 17 anni che ha confessato a settembre scorso l’omicidio di Maria Campai, la 42enne romena trovata morta a Viadana, in provincia di Mantova, una settimana dopo la sua scomparsa. «Volevo sapere che cosa si prova ad ammazzare una persona», si è giustificato l’assassino al momento della confessione. L’immagine del “bravo ragazzo” che i conoscenti avevano di lui e che hanno sottolineato davanti ai microfoni dei giornalisti fa il paio con l’ammirazione che mostrava sui social per Turetta. Su Instagram aveva pubblicato una foto dell’assassino con tanto di didascalia: «Scelgo il bravo ragazzo». E ancora: «Almeno Filippo può giocare, invece Giulia si fa un bagnetto al lago». Pietà l’è morta.

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