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Il patriarcato? Ecco perché non causa i delitti

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È giusto, di fronte all’ennesimo femminicidio, chiedersi cosa abbia potuto armare la mano dell’omicida e quale fenomeno si celi dietro tanto orrore. Cercare risposte è un bisogno fondamentale, vuoi per dare un senso alle cose, vuoi nella speranza di trovare soluzioni per arginare fenomeni tanto spaventosi. Ma attribuire al patriarcato la causa dei femminicidi non è la risposta. Talmente inappropriata che non aiuta certo le ragioni delle donne. Al contrario, le banalizza e le trasforma in slogan senza contenuto. Certo: il patriarcato può essere uno dei rumori di fondo su cui può svilupparsi la violenza contro le donne. 

Ma anche la crisi della famiglia ha il suo peso. Crisi che nasce proprio dal tramonto del modello patriarcale senza che alcun altro modello lo abbia sostituito. Più comunità anarcoidi e autoreferenziali che famiglie, mentre sappiamo quanto i giovani abbiano bisogno di regole e di senso di appartenenza. E che dire delle donne che sempre più occupano i ruoli apicali dell’organigramma sociale che un tempo erano di pertinenza maschile. Non lo si sottolinea mai abbastanza, ma la rivoluzione femminile ha modificato radicalmente i paradigmi della nostra società lasciando spesso gli uomini disorientati. Anche la ricerca sconfessa i teorici della dominanza maschile quale causa di femminicidio, che è descritto nei trattati come fenomeno dalle molte sfaccettature e dalla grande complessità clinica. Altro che la riduzione semplicistica che si è sentita urlare nelle piazze in questi giorni. Se poi si va a vedere chi sono questi assassini di donne, non si trovano affatto maschi dominanti, ma personalità fragili, insicure, con bassi livelli di autostima, incapaci di risolvere i conflitti con saggezza e temperanza, incapaci di elaborare i propri fallimenti. 

Personalità narcisistiche che vogliono mantenere il controllo del partner fino in fondo, fino all’uso della violenza. Oppure sono individui apparentemente più miti, personalità dipendenti con un forte bisogno di legarsi a qualcuno su cui investono tutte le proprie energie, tutti i propri sogni e progetti e la mancanza di questo qualcuno li fa sentire perduti. Questi uomini insicuri, invalidati dalle loro personalità narcisistiche o dipendenti, non sono il frutto di una cultura patriarcale. È vero! Il patriarcato, nella sua dimensione deteriore ancora pregnante e influente in paesi come l’Iran o l’Afganistan, ritiene la violenza contro le donne un fatto normale. Ma non è il caso della nostra cultura. E non è il caso di quegli uomini insicuri che diventano assassini di donne. Frutto, secondo i più accreditati studiosi del comportamento umano, di una troppo flebile presenza della figura paterna nella società che va di pari passo, ahimè, con il prolungarsi all’infinito della protezione materna. Attribuire al patriarcato la responsabilità dei femminicidi è pericolosamente banale e distoglie dalla individuazione delle vere cause e dei migliori rimedi a questo orrendo fenomeno.

di Noemi Sanna
Psichiatra

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