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Covid, la truffa dei test in laboratorio: il caso che scuote l'Alto Adige

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Mentre si moltiplicano gli appelli dei medici e degli scienziati a vaccinarsi contro il Covid e a proteggersi dai contagi a fronte dei nuovi picchi di ricoveri, arriva la notizia da Bolzano che riguarda un danno all'Erario di 6,7 milioni di euro causato da sette tra dirigenti e funzionari dell'Azienda Sanitaria dell'Alto Adige (Asl) che ora dovranno fornire spiegazioni alla Procura della Corte dei Conti di Bolzano in merito all'acquisto di mascherine cinesi durante la pandemia.

Rivela l'Agi che gli indagati sono nomi di spicco della sanità altoatesina come Florian Zerzer, all'epoca dei fatti direttore generale; Enrico Wegher, direttore amministrativo pochi giorni fa promosso direttore generale; Mark Kaufmann, primario del servizio d'urgenza; Patrick Franzoni, responsabile Unità Covid ma anche medico imbarcato sull'elicottero d'emergenza; Pierpaolo Bertoli, direttore sanitario facente funzioni; Marianne Siller, direttrice tecnico-assistenziale, e Renato Martinolli, direttore della ripartizione acquisti e Responsabile unico del procedimento per l'appalto. 

A Zerzer viene contestato l'acquisto delle mascherine cinesi, il loro trasporto dalla Cina all'Alto Adige ed il deposito nei magazzini dell'azienda Oberalp. Per il danno di 31.711 euro, il costo di una serie di test di laboratorio fatti eseguire sulle mascherine quando la loro inidoneità era già stata accertata, dovranno rispondere sempre Zerzer ma anche Franzoni e Martinolli. Al solo Franzoni viene contestato anche l'allontanamento dal posto di lavoro. Un filone dell'indagine delle mascherine e materiali difettosi provenienti dall'Alto Adige condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bolzano, è in corso in Austria e Germania dove alcuni pubblici ministeri stanno proseguendo gli accertamenti. 

 

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