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Lecco, si respira Manzoni ma c'è molto di più

A.V.
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Dici Lecco e subito pensi al Manzoni e ai suoi “Promessi sposi”. Ed è giusto così, perché dagli scorci panoramici alle vie del centro, tutto riporta al capolavoro della letteratura che ha segnato intere generazioni. Dalle facciate colorate del borgo di Pescarenico, sulle rive dell’Adda; al lago dove si può salire a bordo delle “Lucie”, le barche antiche dedicate alla protagonista femminile del romanzo. 

Per non parlare dei manoscritti manzoniani e le prime edizioni de “I Promessi Sposi” che si possono trovare a Villa Manzoni. E al romanzo, ovviamente, è dedicato anche un festival: ”Lecco Città dei Promessi Sposi” che si tiene ogni anno tra ottobre e novembre. Per chi vuol variare, a Lecco c’è anche il Museo di Storia Naturale a Palazzo Belgiojoso e per gli amanti dell’arrampicata, San Martino, Grigna, Resegone son lì ad aspettarli. Tappa imperdibile per chi vuole visitare la provincia di Lecco è Bellano, un pittoresco paese di pescatori, con strade strette e edifici colorati. 

E poi c’è l’Orrido di Bellano, ovvero un piccolo canyon scavato per millenni dalla forza delle acque del torrente Pioverna. Il Santuario di Lezzeno (sorto dopo che un contadino vide la statua della Madonna lacrimare sangue) domina il lago di Como. Infine c’è il “Sentiero del Viandante” che collega Abbadia Lariana a Perledo e ripercorre le orme degli antichi Romani, i primi a percorrere questi sentieri lungo la sponda orientale del Lago di Como per raggiungere i piccoli insediamenti più isolati. Si tratta di un’escursione green tra storia e natura. Segnaliamo qui anche Oggiono e il suo museo diffuso. Nato nel 2022 (al progetto hanno aderito anche Ello e Annone) si tratta di una grande esposizione a cielo aperto che ha come quinte il centro storico di Oggiono. Qui sono state posizionate le riproduzioni delle grandi opere di Marco d’Oggiono. In tutto si tratta di 14 bacheche che raccontano la storia dei capolavori esposti e quella dell’artista. A Vercurago ci sono le rovine del Castello dell’Innominato o meglio, quello che gli esperti individuano come la rocca alla quale il Manzoni si ispirò per raccontare le vicende dell’Innominato. 

Perché andarci? Perché da lì si ha una vista mozzafiato sul lago di Lecco. Così come sull’Alpe Camaggiore dove si trova la chiesa dedicata a San Girolamo. Poi ci sono i borghi di Mandello, Lierna e Fiumelatte. Il primo è caratterizzato da vicoli tranquilli, case dai mille colori e la chiesa romanica di San Giorgio. Oltre, per gli appassionati, al Museo della Moto Guzzi. A Lierna c’è un gruppetto di case a ridosso del lago che prende il nome di “Castello” dove leggenda vuole vivesse la regina dei Longobardi, Teodolinda. Infine Fiumelatte, il cui nome deriva dal fatto che le acque del torrente che lo attraversa scorrono talmente ripide che sembrano bianche... come il latte.

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