Giallo senese

Mps, il killer delle escort: "David Rossi lo ho ucciso io". Ma i legali: "Nessun riscontro"

Giandavide De Pau. Un nome che a molti non dice nulla ma che di fatto potrebbe avere un peso enorme nella faccenda della morte di David Rossi. Domani, come riporta Repubblica, comincerà un processo che riguarda il triplice omicidio commesso il 17 novembre 2022 proprio da Giandavide De Pau. E ora a ridosso del processo, l’avvocato della difesa, Alessandro De Federicis, per testimoniare condizioni psichiche precarie del suo assistito ha chiesto di ascoltare due persone.

Il primo è un commissario della polizia di Stato e il secondo è un vice ispettore che “in qualità di ufficiali di polizia giudiziaria – si legge negli atti - acquisivano le spontanee dichiarazioni presso il carcere di Regina Coeli del De Pau in ordine al proprio coinvolgimento nell’omicidio David Rossi”. E da queste carte emergerebbe una circostanza curiosa: De Pau, ascoltato nel maggio del 2019, in occasione di un'altra indagine, si sarebbe autoaccusato dell'omicidio di David Rossi. E avrebbe ripetuto le stesse cose, secondo quanto riferisce il suo legale, anche dopo l'arresto per il triplice omicidio. E si tratta di un mistero che secondo i legali della famiglia di David Rossi va chiarito.

 

 

L’avvocato Carmelo Miceli, legale della famiglia Rossi la spiega così: “De Pau è un soggetto imputato come sex offender. Non è un mistero che tre giorni prima dello strano volo di David Rossi dalle finestre del Monte dei Paschi di Siena sia stata uccisa una escort e che la persona condannata per quel delitto in più occasioni ha affermato di aver omesso dei particolari, che non era da solo, e che è l’omicidio della donna sarebbe collegato a quello di David Rossi".  Ma il difensore di De Pau, l’avvocato Alessandro De Federicis commentando quanto riportato oggi da Repubblica affrema che "alla luce di queste affermazioni la procura toscana inviò due investigatori in carcere per parlare con De Pau ma si sono resi subito conto delle condizioni psichiche in cui si trovava all’epoca il detenuto - dice De Federicis - e non diedero seguito alle verifiche". Il difensore, come abbiamo ricordato, ha inserito i nomi dei due ufficiali di polizia giudiziaria nella lista dei testi depositata in vista del processo davanti alla corte d’Assise per il triplice omicidio di due anni fa che si apre domani.