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Careggi, la clinica che cambia sesso ai minori: "Legge violata"

di Claudia Osmetti lunedì 8 aprile 2024

4' di lettura

L’annuncio lo dà, ieri, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. $ a Firenze (la città non è un caso) e dice, Gasparri: «Il ministero della Salute mi ha dato ragione. Al Careggi (uno degli ospedali cittadini, ndr) non si sono rispettate le regole, non si è garantita l’adeguata assistenza neuropsichiatrica specializzata per l’infanzia a chi ha dovuto assumere il farmaco che blocca la pubertà. La Regione Toscana ha sbagliato, il Careggi ha violato le regole».
E' una bomba a mano fatta esplodere di sabato pomeriggio che innesca una serie infinita di reazioni, di botta e risposta, di interrogativi e di accuse più o meno reciproche.

LA VICENDA

Ma prima di arrivarci, alla polemica e a tutto il resto, conviene fare un passettino indietro. Al Careggi di Firenze si rivolgono i minori affetti da disforia di genere, cioè da quella condizione per cui il proprio sesso biologico non coincide con l’identità che uno si sente. $ che la legge, per pratiche del genere, parla chiaro: i percorsi di terapia devono essere accompagnati da un iter psicologico che, lo si capisce, non può che essere lungo e scrupoloso. Pure faticoso.

E' inizio anno, però, e comincia a girare la voce che alcuni (alcuni, non tutti) ragazzini in cura al Careggi avrebbero “saltato” la procedura prevista, passando per lo psicologo ma non per lo psicoterapeuta, e utilizzando direttamente la triptorelina, che è quel medicinale che blocca lo sviluppo dei caratteri e quindi degli organi sessuali. La vicenda è complessa, ma soprattutto delicata: primo perché lo è di per sé il tema, secondo perché riguarda adolescenti che hanno anche dieci, undici anni.

Infatti finisce, la questione, dritta dritta in parlamento (grazie a un’interrogazione di Gasparri) e nell’aula della Regione Toscana (grazie a un atto analogo del consigliere Marco Stella, anche lui azzurro); ma finisce anche con un esposto promosso dall’avvocato Annamaria Bernardini de Pace, col procuratore fiorentino Filippo Spiezia che sollecita il ministero della Sanità per avere informazioni sul reparto che al Careggi tratta queste cartelle cliniche e con un’inchiesta, ufficiale, depositata, bollata dalla magistratura sull’Arno.

Va avanti per qualche mese, monta la discussione, chi difende e chi si scandalizza, chi (semplicemente) vuole vederci chiaro. E ieri, finalmente, il ministero della Salute risponde alle richieste di Gasparri: sì, «sono emersi elementi di criticità molto significativi». Come a dire, tutto quel cancan, tutte le azioni intraprese, a Palazzo Madama o sulla stampa, nelle sede più opportune, un fondamento ce l’avevano.

Tanto per cominciare non è stata correttamente recepita la «determina dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco, ndr) numero 21756 del 2019», quella che «con particolare riguardo» indica l’obbligo di «esigere necessariamente il supporto psichiatrico per l’avviamento al trattamento con la triptorelina»; in secondo luogo si è verificata anche una «mancata trasmissione dei dati all’Aifa che ha terminato l’impossibilità di poter disporre di dati di monitoraggio clinici» e per finire vanno rilevate pure criticità di «carattere organizzativo in ordine al ruolo del neuropsichiatra infantile nell’ambito del percosso di presa in carico e gestione del paziente».

Insomma, un quadro che del tutto (e neanche in parte) rassicurante non è. E infatti il ministero, sulla base di queste considerazioni, invita la Regione Toscana retta da Eugenio Giani (Pd) a «porre in essere, entro un termine definito, una serie di azioni correttive puntualmente individuate». Ed è proprio qui che (ci siamo arrivati) la palla passa alla bagarre politica.

Gasparri è soddisfatto, Stella (al suo fianco per l’occasione) rincara che «il dramma vero è che l’assessore toscano alla Salute (Simone Bezzini, altro dem) ci ha sempre detto che le cose andavano bene, che era stato seguito il protocollo. E invece oggi scopriamo che non è così. Per questo chiediamo le sue dimissioni» e dall’altra parte, cioè in casa centrosinistra toscano, partono le prime schermaglie. Della serie «è inquietante che su una materia così delicata vengano anticipati pubblicamente alcuni contenuti, si tratta di un grave vulnus istituzionale» (Giani) e «quando la relazione ci verrà messa a disposizione faremo un approfondimento di merito e rispondere al ministero» (Bezzini).

L’AVVISO

Ministero che, però, risponde esso stesso, in serata, a scanso di ogni equivoco, e proprio ai due: «La relazione sull’esito dell’ispezione all’ospedale Careggi, con le relative azioni di miglioramento chieste, sono state trasmesse alla Regione Toscana mercoledì scorso e di questo gli uffici regionali erano stati regolarmente avvisati. Non c’è stata alcuna violazione della prassi istituzionale poiché la risposta all’interrogazione del senatore Gasparri non contiene l’analisi di tutte le criticità e le azioni di miglioramento richieste che, come detto, sono state inviate secondo le norme che sottendono alla privacy».

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