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25 aprile, ecco perché sarà la fiera dell'antisemitismo

Fabrizio Cicchitto*
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Caro direttore, un ingenuo può fare la previsione che il prossimo 25 Aprile sarà l’occasione per forti manifestazioni antifasciste caratterizzate dal culto di una memoria storica che ha segnato la fondazione della Repubblica con accentuazioni esplicite o sottintese derivanti dal fatto che al governo ci sono Giorgia Meloni e il suo partito, che comunque derivano da un altro filone storico, quello dei vinti nel 1945. Quindi una gestione dura ma in un certo senso rettilinea del 25 Aprile. La nostra previsione, invece, è che esistono forze significative, emerse e sommerse, che stanno preparando ben altro: un 25 Aprile che sarà un’orda di anti-semitismo, di anti ebraismo, dì contrapposizione totale nei confronti di Israele, di esaltazione dei Palestinesi, senza fare tante distinzioni rispetto ai terroristi di Hamas. Di ciò esistono premesse molto precedenti al dramma verificatosi dal 7 Ottobre in poi.

Infatti l’Anpi da tempo ha costruito le premesse di tutto ciò invitando le organizzazioni palestinesi a partecipare ai cortei del 25 Aprile prescindendo dal fatto che esse non c’entrano per nulla con la Resistenza, la lotta partigiana contro i nazisti e i fascisti. Anzi, guardando al loro retroterra storico, vediamo che esse erano collocate da tutta un’altra parte: il Gran Mufti di Gerusalemme aveva frequentazioni abbastanza inquietanti con il dottor Goebbels. Il risultato però di quella bella iniziativa dell’Anpi è stato che da anni a Milano i superstiti della Brigata Ebraica hanno potuto partecipare al corteo del 25 Aprile solo grazie al servizio d’ordine messo in campo da una parte del Pd, e lo hanno potuto fare evitando aggressioni fisiche ma non gli insulti e le minacce a gran voce: già questo, pensando alla ricorrenza di cui stiamo parlando, ha messo in evidenza che qualcosa di bacato era nel profondo di un pezzo della sinistra italiana.

 

 

 

RISCHI DI AGGRESSIONI

Non parliamo di Roma dove anche questo era impossibile: la comunità ebraica per evitare il rischio di aggressioni negli ultimi anni ha dovuto tenersi alla larga dal corteo ufficiale e casomai, per marcare la sua presenza tutto sacrosanta vista la ricorrenza di cui parliamo, ha dovuto costruire occasioni laterali e di nicchia alle quali hanno partecipato anche amici degli ebrei come il sottoscritto. Ciò vuol dire quindi che questo antisemitismo è stato costruito e messo in campo dall’Anpi molto prima che esplodesse la guerra a Gaza determinata, non dimentichiamolo mai, dalla strage del 7 Ottobre accompagnata da stupri che sono stati esibiti con l’obiettivo preciso di realizzare una bella provocazione.

 

 

 

CLIMA PESANTE

Che il clima sia molto pesante nel nostro Paese è dimostrato da due fatti. Qualche mese fa la presidenza della comunità ebraica della civilissima Milano ha mandato in giro una circolare agli appartenenti della comunità pregandoli di evitare ogni esibizione dei simboli caratteristici dell’ebraismo. Pochi giorni fa in una intervista su Repubblica una studentessa della Università di Milano ha raccontato che da uno scambio di idee con altri studenti ebrei è emerso che quasi tutti hanno cambiato le loro abitudini a causa di una situazione che mette a rischio la loro sicurezza. A fronte di tutto ciò da qualche tempo Il Manifesto sta suonando il Tam tam perché il 25 aprile rappresenti una grande occasione per esprimere tutta la protesta nei confronti di ciò che gli israeliani stanno facendo a Gaza.

Evidentemente tutto ciò prescinde da tre questioni: la prima è che se non ci fosse stata l’aggressione del 7 Ottobre Israele non avrebbe sviluppato alcuna iniziativa militare; in secondo luogo che i terroristi di Hamas per un verso hanno fatto 200 ostaggi israeliani e che la sorte di una parte di essi non è affatto chiara e che per altro verso si servono dei 2 milioni di palestinesi, degli ospedali, delle ambulanze come scudi umani. In terzo luogo non sembri stravagante sottolineare che evidentemente esistono bombardamenti cattivi, che sono quelli fatti dall’esercito israeliano e bombardamenti buoni, che sono quelli fatti dai russi sull’Ucraina: nei confronti di essi non c’è alcun segno di protesta né da parte di questi gruppi studenteschi né tanto meno di quei Senati accademici che si stanno coprendo di infamia invocando la rottura delle relazioni con le università israeliane ma non certo iraniane, russe, turche che esse hanno.

Rispetto a tutto ciò, che è evidente e conosciuto da tutti, caro direttore, c’è un silenzio assordante a livello istituzionale. Mi consenta per concludere di esprimere un auspicio: ci auguriamo che il prossimo 25 Aprile non abbia un andamento che costringa coloro che come il sottoscritto mantengono la memoria delle leggi razziali del 1938 e dello sterminio degli ebrei - fatto con la complicità dei fascisti repubblichini- di doversi vergognare ancora una volta di essere italiani.

*Presidente ReL Riformismo e Libertà

 

 

 

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