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Bologna, caffè avvelenati alla centrale del 118: chi finisce in arresto

martedì 14 maggio 2024

2' di lettura

Si trova agli arresti domiciliari l'infermiere ex coordinatore accusato a Bologna di aver somministrato sostanze diluendole nelle bibite ai suoi colleghi della centrale operativa del 118 provocando diffusi malesseri. L'uomo dovrà rispondere di atti persecutori e lesioni personali aggravate. Le indagini proseguono per capire le motivazioni che avrebbero portato l'indagato a contaminare con antipsicotici i caffè e le bevande del personale. 

I fatti risalgono ai mesi di luglio, agosto e settembre 2023 quando in diversi avevano manifestato sintomi di sonnolenza prolungata, disturbi dell'equilibrio, stanchezza, mal di testa, difficoltà di eloquio e altro. Alcuni di essi venivano addirittura inviati al Pronto Soccorso ove seguiva un successivo ricovero in Stroke Unit, alla stregua di attacchi ischemici. I primi accertamenti escludevano che i malesseri potessero essere legati a fattori ambientali dovuti a sostanze nocive eventualmente presenti nell'impianto di aerazione e/o idrico ed evidenziavano, invece, che nella quasi totalità dei casi gli operatori della centrale si erano sentiti male dopo aver ingerito un caffè dal distributore automatico della Centrale o altre bevande/alimenti lasciati incustoditi in quei locali.

Gli esami del sangue di uno dei soggetti intossicati evidenziavano la presenza di clotiapina (antipsicotico), sostanza mai volontariamente assunta dall'interessato. Si è così accertato che i malori si erano verificati sempre dopo l'assunzione di bevande o alimenti e le dichiarazioni delle parti offese facevano emergere la presenza dell'arrestato in occasione di vari episodi di intossicazione. Le ulteriori indagini hanno inoltre permesso di rilevare come lo stesso avesse, senza alcuna giustificazione, la disponibilità di un medicinale ad azione ansiolitica/sedativa il cui principio attivo era stato rinvenuto nei campioni biologici prelevati da uno degli operatori intossicati. Medicinale, che lo stesso diceva a colleghi e amici di aver utilizzato per tranquillizzare il proprio cane in quanto disturbava i vicini. L'accusato nel corso delle indagini ha inoltre posto in essere delle condotte, spiega una nota, "volte ad allontanare i forti sospetti maturati nei suoi confronti, mediante l'autointossicazione con un medicinale avente principio attivo appartenente alla classe delle benzodiazepine, una lettera anonima che poteva far ipotizzare che qualcuno avesse dei motivi di rancore nei suoi confronti e nella denunciata aggressione, da parte di due non meglio descritti individui, che gli sottraevano una collanina e un cellulare causandogli delle ferite da arma da taglio".

"Speriamo che questa brutta storia sia alle spalle e guardiamo con più fiducia al futuro", commenta il direttore generale dell'Ausl di Bologna, Paolo Bordon, riguardo agli arresti domiciliari dell'ex coordinatore infermieristico. "Seguiremo le vicende giudiziarie e faremo anche eventualmente azioni come azienda sanitaria, tuteleremo l'immagine dell'azienda". La priorità è ricreare il clima di piena fiducia dentro la centrale Emilia Est: "Non siamo ancora a regime - ammette Bordon - ma sono stati fatti grandi passi in avanti; c'è un dialogo aperto con gli operatori, sentiamo sfoghi e critiche, poi ci sono i professionisti del settore, psicologi che aiutano una situazione vissuta giustamente male".

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