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Carlo Acutis, riconosciuti due miracoli: così è diventato santo

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Caterina Maniaci
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Assisi è in festa. Il “suo” piccolo, grande beato Carlo diventerà santo. Per venire a salutare e pregare proprio lui, che ha tanto amato questo luogo e che qui è stato sepolto, al termine della sua brevissima vita terrena, ogni anno arrivano nella città che porta impresso in ogni angolo, in ogni strada, in ogni pietra, potremmo dire, il “sigillo” di San Francesco, pellegrini da tutta Italia e dal mondo intero, in un numero che cresce sempre di più.

Un fenomeno che sfugge ad ogni definizione e mostra un aspetto della nostra contemporaneità del tutto inusuale, in controtendenza. Carlo Acutis, studente adolescnete milanese scomparso a soli 15 anni, è stato beatificato da papa Francesco il 10 ottobre 2020, considerato autentico modello di fede. Non solo. Lo stesso Francesco, nell’esortazione apostolica “Christus vivit”, lo ha proposto ai giovani come modello di santità dell’era digitale. È considerato il “patrono di Internet”, anche per la sua passione per l’informatica. L’annuncio della canonizzazione, ultimo “gradino” per raggiungere gli onori degli altari, è giunto ieri durante l’udienza al cardinal Marcello Semeraro, prefetto per le Cause dei Santi. Il Papa ha infatti autorizzato il Dicastero a promulgare i Decreti riguardanti il miracolo attribuito all’intercessione di Acutis. La data della canonizzazione è da destinarsi.

Carlo, stroncato da una leucemia fulminante il 12 ottobre del 2006, è nato a Londra e cresciuto nel capoluogo lombardo, frequenta il liceo classico presso l’Istituto Leone XIII dei padri Gesuiti, ama l’informatica, appunto, le gite, la compagnia degli amici. Un ragazzo come tanti. Ma con qualcosa in più. Una fede profonda, diventata la sua dimensione più autentica, che ad esempio gli fa riconoscere nelle sofferenze fisiche dovute alla malattia un modo per crescere interiormente. E a considerare l’Eucarestia come «la mia autostrada per il cielo».
Il miracolo riconosciuto ora e che porterà alla proclamazione della santità di Carlo Acutis, in quanto ritenuto fatto inspiegabile e avvenuto grazie alla sua intercessione, ha per protagonista una ragazza del Costa Rica, studentessa in Italia, operata per un trauma cranico dovuto a un incidente.


Dalle sue condizioni disperate è potuta uscire grazie all’intercessione del beato, invocato dalla mamma. L’altro miracolo di Carlo, riconosciuto in precedenza e che ha portato alla sua beatificazione nel 2020, riguarda la guarigione di Matheus, un bambino brasiliano di sei anni affetto da pancreas anulare, una rara anomalia anatomica congenita, evidenziata da un esame clinico nel 2012, che avrebbe potuto essere corretta solo con un intervento chirurgico. La guarigione «istantanea, completa e duratura» è stata ritenuta inspiegabile dalla Consulta Medica della Congregazione delle cause dei santi, e poi il miracolo è stato approvato ai fini della beatificazione. Il pontefice ha annunciato l’intenzione di convocare un concistoro ordinario proprio riguardo alla canonizzazione di Carlo Acutis e a quelle di un altro nutrito gruppo di beati. Le cui vite straordinarie e diverse attraversano la storia, le epoche, le geografie del mondo intero. Sarà così proclamato santo l’italiano Giuseppe Allamano (1851-1926), fondatore dell’istituto dei missionari della Consolata, presenti fino agli estremi confini dell’Asia.
E saranno proclamati santi i martiri di Damasco, otto francescani e tre laici maroniti uccisi in odio alla fede nel 1860. Si tratta di Emanuele Ruiz e sette suoi compagni dell’Ordine dei frati minori, e i fratelli Francesco e Abdel Mooti e Raffaele Massabki, uccisi in odio alla fede durante un’ondata di violenza che sconvolse l’allora città ottomana, quando i drusi attaccarono le comunità cristiane.

Il decreto pontificio indica anche nuovi beati e venerabili. Tra questi spicca la figura di una donna, laica, ungherese, Maria Maddalena Bódi, la cui vicenda di martirio ricorda quel che è successo a santa Maria Goretti. Nata nel 1921 a Szigliget, i suoi genitori sono braccianti agricoli ma Maria verrà sempre considerata un’illegittima. Dopo una vita difficile, dedicata al servizio dei più emarginati, soprattutto bambini orfani e anziani abbandonati, dopo le sofferenze patite durante la Seconda Guerra Mondiale, quando le truppe sovietiche raggiungono il suo villaggio il 23 marzo 1945 un soldato sovietico vuole approfittare di lei. La giovane riesce a ferirlo e a scappare per poter velocemente avvertire le altre donne del pericolo incombente e di mettersi in salvo, ma il soldato sale sul tetto e le spara alle spalle, uccidendola.

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