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Stefano Boeri, le prime parole dopo la richiesta di arresto: "Turbato". E il giudice giustifica così la decisione

lunedì 27 gennaio 2025

2' di lettura

"Sono sorpreso e molto turbato. Attendo con fiducia l’incontro con il Giudice per le indagini preliminari, allo scopo di poter finalmente chiarire la mia posizione". Sono queste le prime parole dell'architetto Stefano Boeri dopo la decisione della procura di Milano di chiederne gli arresti domiciliari assieme a Cino Zucchi, entrambi indagati per turbativa d’asta nell’inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura che dovrebbe sorgere nella zona centrale di Porta Vittoria. Le misure cautelari chieste dalla Procura di Milano, compresi gli arresti domiciliari per Stefano Boeri e Cino Zucchi, nell’ambito dell’indagine sulla Beic vengono giustificate dal gip, a distanza di tempo dall’inizio dell’inchiesta, per i riscontri provenienti dagli approfondimenti investigativi.

I due archistar erano stati perquisiti con altre persone lo scorso 11 ottobre dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza. Entrambi - secondo quanto riportato dal decreto di perquisizione - "turbavano" la procedura di selezione del progetto per la realizzazione della Beic perchè avrebbero "affermato falsamente l’assenza di posizioni di potenziale conflitto di interesse nella ’dichiarazione di conferma di assenza di situazioni di incompatibilità e di conflitto di interesse' espressamente richiesta ai commissari dall’art. 16 del Bando di gara e presentata alla stazione appaltante (il Comune di Milano, ndr)".

Dall’analisi della documentazione sequestrata i pm Paolo Filippini, Mauro Clerici e Giancarla Serafini, coordinati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, la loro posizione si sarebbe aggravata. Oltre i due archistar è stata avanzata la richiesta di arresti domiciliari anche per Pier Paolo Tamburelli dello studio Baukuh, uno di quelli facente parte del raggruppamento risultato vincitore del concorso.

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