La moglie di un potente boss della camorra sta organizzando per San Valentino una gita di tre giorni in Abruzzo. Il video, che ha già raccolto decine di adesioni su TikTok, sembra confermare i sospetti degli inquirenti sull’irruzione dei napoletani a Roccaraso, domenica scorsa: un fenomeno molto meno folcloristico e pop di quel che si potrebbe pensare guardando comitive di gitanti occupare ogni centimetro libero di piste da sci e boschetti incontaminati. Tanto che ancora ieri il questore dell’Aquila, Enrico De Simone, ha presieduto un summit speciale per mettere un freno agli «unni» del weekend, a partire già da domani: imposto il limite massimo di soli 100 bus (con targa pari) che saranno controllati da 100 uomini delle forze dell’ordine affiancati da decine di volontari della Protezione civile. L’obiettivo è impedire scene di assalto alla diligenza. Non a caso Valentino Valentini, presidente dell’associazione albergatori di Roccaraso, ha voluto ribadire: «Non chiamateli turisti. È gente che non lascia nulla. Noi ad esempio non abbiamo ricevuto nemmeno una telefonata per un pranzo», ha spiegato.
Malgrado il successo della stagione invernale, con gli hotel pieni fino a marzo, la «valanga azzurra» un problema di reputazione alla comunità locale l’ha creato. «Qualche disdetta per questo fine settimana è arrivata», ha concluso, «ed è legata al fenomeno dell’invasione. Tuttavia non sono disdette significative». L’attenzione adesso è spostata su Scanno, uno dei borghi più belli d’Italia, appena 1.700 abitanti, che si trova dentro i confini del parco nazionale. La località è stata prescelta dalla moglie del padrino per promuovere – spiega nel filmato – una «vacanza di San Valentino sulla neve». L’offerta, questo va sottolineato, è almeno un po’ più articolata rispetto a quelle di appena 30 euro che hanno spinto oltre 10mila campani ad assediare Roccaraso lo scorso fine settimana. «La quota è di 250 euro a persona», dice la donna, mentre la figlia balla sullo sfondo, «che comprende: noleggio del pullman, colazione, viaggio andata e ritorno e pensione completa per due giorni in un hotel a quattro stelle».
Ma che queste innocenti fughe montane non siano un gioco lo pensano gli investigatori che hanno già messo sotto stretta sorveglianza tre profili di famosi influencer partenopei. Le ipotesi è che gestiscano questi viaggi low cost in combutta con agenzie e titolari di società di noleggio per evadere le tasse o riciclare soldi sporchi. Finora non ci sono notizie di indagati, ma l’inchiesta è appena all’inizio. Da “vacanze di Natale” a “vacanza criminale” il passo è breve. Quanto una discesa in slitta.