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Milano, forzano il posto di blocco della polizia: in strada c'è un uomo in carrozzina, finisce malissimo

di Emiliano Dal Toso venerdì 7 febbraio 2025

3' di lettura

Un’altra corsa folle per le strade di Milano, un altro inseguimento che poteva trasformarsi in tragedia. Nel pomeriggio di mercoledì, una Fiat Panda con a bordo due ventenni italiani ha dato vita all’ennesima fuga ad alta velocità, sfrecciando contromano tra le vie di Quarto Oggiaro e Certosa. Il motivo? Ancora una volta, il guidatore era senza patente. Tutto è iniziato intorno alle 16.30 in via Stephenson, quando una pattuglia dell’Ufficio prevenzione generale della Questura ha notato l’auto sospetta con i due ragazzi a bordo.

All’alt, invece di fermarsi il conducente ha schiacciato l’acceleratore dando il via a un inseguimento pericolosissimo. La Panda ha imboccato a tutta velocità via Castellammare, poi il sottopasso verso via Eritrea, procedendo sempre contromano. La fuga è proseguita in via De Pisis, via Traversi e via Satta, con manovre azzardate e continui cambi di direzione per seminare la polizia. In più occasioni l’auto è entrata in aree pedonali, sfiorando la tragedia: in via Traversi, una donna anziana che stava passeggiando con un uomo in carrozzina ha avuto appena il tempo di spingerlo via per evitare di essere travolti dall’auto in corsa. Il tentativo di fuga è terminato poco dopo, quando il conducente ha perso il controllo della vettura e si è schiantato contro alcune auto parcheggiate. I due occupanti hanno allora cercato di fuggire a piedi. Uno dei ragazzi ha tentato addirittura di rubare un’auto, salendo su una vettura ferma al semaforo e cercando di strattonare la conducente per farla scendere. Ma le forze dell’ordine erano lì: entrambi sono stati bloccati e arrestati.

Un episodio preoccupante, che si aggiunge a una serie inquietante: negli ultimi tredici giorni, a Milano, questo è stato il quinto inseguimento di questo tipo. Solo nelle ultime due settimane, gli agenti si sono trovati a dover fronteggiare fughe spericolate tra corso San Gottardo e piazza XXIV Maggio, tra viale Bianca Maria e via Imbonati, tra le strade centrali e le periferie. Sempre con lo stesso copione, le stesse dinamiche: automobili che non si fermano all’alt, guidatori senza patente o con precedenti, corse sfrenate tra i pedoni e tra le altre vetture, manovre che mettono a rischio la vita di chiunque si trovi sulla traiettoria. Sembra un videogioco, e invece è Milano. Il bilancio è pesante: decine di auto danneggiate, spavento tra i cittadini e, per pura fortuna, nessun ferito grave. Ma fino a quando potrà andare bene? La frequenza con cui questi episodi si ripetono sta diventando allarmante, ed è il segnale di un pericoloso senso di impunità tra chi è pronto a scappare pur di evitare un controllo. Eppure, si continua a discutere di una tragedia che avrebbe dovuto far riflettere tutti. Quella di Ramy Elgaml, un ragazzo di 19 anni, che ha perso la vita in un incidente a seguito di un inseguimento. Ribadiamolo: anche in quel caso, tutto era iniziato con un alt ignorato e una fuga disperata per le strade della città.

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Un epilogo drammatico, che ha scatenato polemiche e accuse contro la Polizia, ma che non deve far dimenticare un fatto essenziale: questi inseguimenti sono pericolosi perché chi fugge mette a rischio la vita propria e altrui. Nonostante quella tragedia, la scia di fughe folli e spericolate non si è interrotta. Sempre più spesso, chi non ha la patente o ha qualcosa da nascondere preferisce giocarsi il tutto per tutto, mettendo in pericolo la propria incolumità. Un atteggiamento irresponsabile che sta trasformando Milano in una città da film d’azione, un set adatto per il prossimo episodio di Fast & Furious: perché gli inseguimenti ad alta velocità non sono più eccezioni ma routine. Di fronte a questa escalation, diventa essenziale potenziare i controlli e inasprire le conseguenze per chi si rende protagonista di fughe di questo genere. Perché se questi scenari diventano la norma, il rischio che accadano altre tragedie non è più un’ipotesi, ma una certezza.

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