Il Conclave comincia oggi, Jorge Begoglio è spirato ormai più di due settimane fa ed emergono ogni giorno nuovi particolari sul protocollo che viene applicato ogni volta che, morto un Papa, ne sta per arrivare un altro. Ed è toccato ad una donna, la cui identità viene celata gelosamente, compiere ieri mattina l’ultimo atto che decreta la fine del pontificato di Francesco. Dipende come calligrafa, secondo quanto riportato da Open, dalla Segreteria di Stato vaticana che, fino al 21 aprile scorso, giorno della morte di Bergoglio, è stata diretta dal cardinale Pietro Parolin.
Invitata dai cardinali nella sala dove si teneva la dodicesima e ultima congregazione prima dell’extra-omnes, ha “annullato” l’anello del pescatore di papa Bergoglio e il timbro di piombo per suggellare le bolle papali. Questa pratica, fino alla metà degli anni Novanta, avveniva con la distruzione dell’anello e del timbro di piombo, ora invece basta incidere e tirare una riga rapida sui rilievi di entrambi per annullarli.
A guidare la congregazione il decano Giovanni Battista Re, ma, anche in questo caso, non sono mancate le polemiche nella comunità cattolica. La lamentela maggiore è sulla tempistica, perché secondo tradizione, l’atto dell’annullamento dovrebbe avvenire in una delle prime congregazioni post-mortem del Pontefice, a patto che ci sia un congruo numero di cardinali presenti. È necessario agire con rapidità, perché bisogna evitare che, all’ultimo momento, spuntino atti papali suggellati con il timbro del pescatore da qualcun altro che non ne avrebbe i poteri. I cardinali, ad oggi, non hanno ancora spiegato come mai, invece, questo annullamento sia avvenuto solo in prossimità del Conclave, per la precisione nell’ultima riunione utile delle congregazioni. Un mistero, ma anche un cavillo, che potrebbe anche offrire un’opportunità al cardinale Angelo Becciu di ricorrere contro la sua esclusione da elettore nel conclave. Manovra politica o semplice ritardo?