E anche il Conclave ha il suo giallo. Un giallo Vaticano. Il nome del prossimo Papa, come prevedibile, non c'è ancora e i monsignori si riuniranno di nuovo in Cappella Sistina giovedì mattina. Una notte per farsi consigliare dallo Spirito Santo e, più prosaicamente, trovare i giusti equilibri geopolitici tra candidature esotiche, occidentali, progressiste, conservatrici. Con la suggestione, peraltro, di un accordo anche sul Segretario di Stato, una sorta di "ticket" che possa accontentare tutti. Un Manuale Cencelli applicato alla Chiesa. Resta un dubbio che nessuno, ufficialmente, potrà mai svelare pena la scomunica per aver infranto il voto di fedeltà e segretezza: cos'è successo in quelle 3 ore dal "extra omnes" delle 17.43 e la fumata nera delle 21?
Alla vigilia c'era stato l'annuncio: "fumata alle 19". Passano i minuti, si scruta il nuvoloso cielo romano ma nulla spunta. A un certo punto della serata, dopo le 20, quando l'impazienza monta, si sparge una voce: "Hanno annullato la votazione". Altri, con la fumata che ancora non arriva, fanno notare che molti dei 133 cardinali elettori sono debuttanti, di nomina bergogliana. Inesperti, da guidare. Altri, al contrario, sono anziani. I vaticanisti, tesi, si collegano con i vari speciali in tv e sottolineano come alcuni "si muovono con lentezza, appoggiandosi sui bastoni". Insomma, il ritardo sarebbe legato anche a motivi per così dire fisici e logistici, un po' come accade alle elezioni per il Quirinale in una Montecitorio stipata all'inverosimile. Su La7, il direttore Enrico Mentana in maratona solitaria e infruttuosa (il camino inizierà a fumare durante la diretta di Lilli Gruber a Otto e mezzo), si sbilancia: "Evidentemente qualcosa dev'essere successo".
Qualche monsignore, ottimista, aveva parlato di 2 o 3 votazioni necessarie. Altri avevano frenato, "sarà lunga", proprio in virtù dell'inesperienza di molti e della necessità di conoscersi anche durante le operazioni di voto. Trovare intese, insomma. Per eleggere il 267mo Romano Pontefice, infatti, i numeri contano: i 133 cardinali devono raggiungere il quorum dei due terzi dei voti, ovvero 89. Tutto aggiornato a domani mattina per la seconda votazione (ed eventualmente la terza) e in caso di fumata ancora nera, nel pomeriggio sono previste altre due votazioni.
In Piazza San Pietro si ripeterà la scena vista questa sera: dopo le 21, alla fumata nera, c'erano circa 50mila persone in attesa, fedeli (e semplici curiosi) convinti forse che il ritardo potesse essere un buon auspicio. Invece, serve prudenza. "Il mondo di oggi attende molto dalla Chiesa per la salvaguardia di quei valori fondamentali, umani e spirituali, senza i quali la convivenza umana non sarà migliore né portatrice di bene per le generazioni future", aveva sottolineato il decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re, nell'omelia. Il porporato ha esortato i cardinali a lasciare ogni "considerazione personale" e invocare lo Spirito Santo per l'elezione del Successore di Pietro, "atto di massima responsabilità" perché "l'elezione del nuovo Papa non è un semplice avvicendarsi di persone, ma è sempre l'Apostolo Pietro che ritorna".
"Preghiamo perché Dio conceda alla Chiesa il Papa che meglio sappia risvegliare le coscienze di tutti e le energie morali e spirituali nella società odierna, caratterizzata da grande progresso tecnologico, ma che tende a dimenticare Dio". Nel pomeriggio sono poi cominciati i riti del Conclave con la processione dei cardinali dall'Aula Paolina alla Cappella Sistina. Dopo il canto delle Litanie con le invocazioni, il celebrante, il cardinale Pietro Parolin, ha intonato l'inno "Veni, creator Spiritus", l'invocazione solenne dello Spirito Santo. Dopo un momento di preghiera in silenzio, i cardinali hanno pronunciato il giuramento. Alla fine, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Diego Ravelli, ha intimato l'"Extra Omnes" (Fuori tutti). E le porte della Sistina si sono chiuse. Ora, nella mente di molti, risuonano ancora quelle parole pronunciate dal cardinale Re all'indirizzo di Parolin: "Auguri, doppi!". Un altro mistero, forse più decifrabile alla luce di quella lunga attesa.