Oltre a cercare nuovi indizi sul delitto di Garlasco, gli inquirenti starebbero cercando anche il movente. Un sospetto silenzioso, da quasi tre mesi attraversa i loro pensieri: Chiara Poggi potrebbe aver pagato con la vita uno o più rifiuti a partecipare a qualche situazione a lei sgradita? La domanda che chi indaga si starebbe ponendo, almeno secondo il Corriere della Sera, sarebbe la seguente: "Qualcuno o qualcuna potrebbe aver perso la testa — impugnando un martello — al termine di una discussione durante la quale si sarebbe paventato il rischio di vedere infranto un segreto scomodo? Al momento è poco più di una suggestione, ma tant’è. Le comparazioni dei Dna, forse, parleranno".
La procura di Pavia si affida proprio alla scienza per una svolta sul delitto del 13 agosto 2007. La giudice per le indagini preliminari, Daniela Garlaschelli, ha messo nero su bianco i sette quesiti e indicato, in accordo con le parti, le persone che dovranno sottoporsi - con la formula dell'incidente probatorio - alle analisi genetiche.
Tra i destinatari delle nuove analisi le gemelle Stefania e Paola Cappa (indicate dalla difesa Stasi), cugine della vittima e diventate famose per il fotomontaggio a favore di telecamere poche ore dopo il delitto; Marco Panzarasa, l'amico con cui Stasi trascorse una vacanza studio a Londra (da alcune foto utilizza il computer di Stasi usato anche dalla vittima); tre amici di Marco (fratello della vittima) tra cui Mattia Capra e Roberto Freddi di recenti perquisiti nell'inchiesta su Sempio. E ancora tre carabinieri e un paio di soccorritori.